Isis, anche 50 italiani in aiuto degli jihadisti

Isis, anche 50 italiani in aiuto degli jihadisti
4 novembre 2014

di Enzo Marino

La minaccia terroristica non è mai stata così forte. L’allarme rosso arriva sia dall’Interpol e sia dalla Fbi. Ad accendere i rifleffori sull’annosa questione, Mireille Ballestrazzi, presidente di Interpol, nel corso dell’83esima assemblea generale annuale dell’organizzazione, svoltasi a Monaco.

Intanto, Roberta Pinotti, ministro della Difesa italiana, ha rivelato che le forze jihadiste potrebbero vedersi aumentare di circa 1000-1500 unità, provenienti da diversi Paesi europei e non. Tra queste rientrerà anche un esiguo numero di italiani, 50, a detta delle forze speciali, che passeranno a sostenere la causa islamica. Già lo scorso giugno, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di un question time alla Camera sul fenomeno dei foreign fighters, aveva dichiarato che “sono circa 30 i soggetti già residenti nel nostro Paese che si sono recati in Siria, 8 dei quali vi hanno trovato la morte”.

Frattanto, a situazione negli Stati del Medio Oriente continua a peggiorare: nella provincia di Anbar e nelle zone ospitanti alcune tribù sunnite, 200 persone hanno trovato la morte per mano delle forze jihadiste. A Shaaban al-Obaidi, poi, si parla di più di 250 morti negli ultimi tre giorni, tra cui non sono stati risparmiati né bambini né donne. Il motivo del massacro sarebbe da ritrovarsi nell’appartenenza di questa popolazione alle tribù Albounimer, ostili al regime dei fondamentalisti islamici.

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La situazione, comunque, ha raggiunto il picco di tragicità durante il raid a Mosul. Questa zona posta a nord della città di Baghdad e vicinissima alla cittadina di Zammar, da sempre nel mirino dell’esercito curdo, è stata colpita da una serie di bombardamenti aerei, compiuti dalle forze della coalizione internazionale. L’attacco si è concluso con l’eliminazione di 18 miliziani islamici.

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