Quarant’anni fa la mafia uccideva a Palermo il giudice Cesare Terranova insieme al suo collaboratore, il maresciallo Lenin Mancuso. Un sacrificio che oggi Petralia Sottana, paese del magistrato in provincia di Palermo, ha voluto celebrare con una mostra fotografica e documentale dedicata ai due servitori dello Stato all’interno di Palazzo Pucci.
Promotori dell’evento, dal titolo “Cesare Terranova, il magistrato e l’uomo”, l’ex procuratore aggiunto della Dda di Palermo Leonardo Agueci, Luca Gulisano, docente e studioso della figura del giudice e Lavinia Caminiti, che si è occupata della raccolta di foto e documenti. Tra questi ci sono anche la macchina da scrivere e la penna che il magistrato portava nel taschino della giacca il giorno dell’agguato.
Giudice e deputato indipendente del Pci per due mandati, Terranova fu ucciso per essere stato il primo magistrato ad affrontare le indagini di mafia con una visione unitaria, approfondita e moderna del fenomeno, riuscendo a coglierne i connotati. Dall’evoluzione economica a quella politica, evidenziando la necessità di strumenti investigativi adeguati a contrastarla.