Novanta minuti di confronto, come in una partita di calcio, 41 minuti ciascuno piu’ quelli per le domande, per un duello senza esclusione di colpi. Matteo Renzi (piu’ preparato sui dossier) e Matteo Salvini (piu’ sicuro di se’) arrivano negli studi Rai di via Teulada e, almeno dal look, sono quasi indistinguibili: entrambi con abito blu e camicia bianca. Ma ad unirli, oltre ai nomi, c’e’ questo e poco altro. I toni sono subito alti, con Renzi che bersaglia l’avversario con una serie di colpi sulla crisi di governo e il Papeete, “sta ancora pagando il colpo di sole preso a Milano Marittima”. Il leader della Lega non ci sta e risponde, a domanda su Conte, ricordando lo “stai sereno” di Matteo Renzi: “Io se dico a qualcuno stai sereno quel qualcuno puo’ stare sereno senza aspettarsi che….”.
Segue un gesto inequivocabile, a indicare chi prende una fregatura memorabile e il discorso si sposta sul governo e sui destini del premier. Renzi tenta di difendersi, “non e’ vero che voglio fate la festa a Conte”. Ma Salvini affonda il colpo rivolgendo contro l’avversario il suo passato da rottamatore: “Dal Pd a Italia Viva, perche’ Renzi crea partiti, disfa partiti, e’ un rottamatore mica per altro”. Il secondo round e’ sui migranti, cavallo di battaglia del leader leghista. E’ il tema su cui Salvini si e’ preparato di piu’, tanto da portare in studio dei cartelli con i numeri degli sbarchi, assieme a quelli con i dati sui rifiuti a Roma e Quota 100. Cosi’ facendo, pero’, si scopre e Renzi ne approfitta per colpire con la sua ironia: “Per una volta Salvini parla di numeri, e’ fantastico. Si e’ dovuto portare l’aiuto da casa, ma almeno parliamo di numeri”. Il senatore di Rignano si sente piu’ sicuro, sente di avere l’inerzia dalla sua, come alcuni tennisti: “Il problema non sono trentamila migranti che arrivano ogni anno, ma i 25 di questi che delinquono e che vanno stangati”.
Terzo round: manovra. La ‘castagna’ di Salvini, per rimanere nel vocabolario pugilistico, e’ Quota 100, misura targata Lega che il governo sembra intenzionato a mantenere: “Vedo Renzi nervosetto, io ritengo che Quota 100 sia una conquista sociale, poi Renzi puo’ alzarsi e protestare”. La risposta dell’avversario e’ sopra le righe, “Salvini su Quota 100 continua a mentire”, dice ridendo. “Tu ridi, io rispondo con i fatti”. Da qui, Salvini comincia a martellare con il refrain “Renzi e’ il genio incompreso che gli italiani non capiscono. Ha sconfitto la fame nel mondo e scoperto il segreto della ricrescita dei capelli”. Ma la vera genialata dell’ex premier e’ “aver inventato un governo sotto un fungo”. Il quarto round e’ il piu’ duro: gli ultimi colpi sul ring di Porta a Porta sono a suon di milioni. Quelli che Renzi chiede a Salvini di restituire: “E’ vero o no che hai usato i 49 milioni per alimentare la ‘bestia’ della Lega sui social network?”.
Salvini non si scompone: “Quei soldi non li ho visti, faccio politica per passione, se volessi arricchirmi farei conferenze per decine di milioni in giro per il mondo”. Il riferimento e’ all’attivita’ di conferenziere dell’ex premier. “Forse non lo fai perche’ non ti chiamano”, e’ la risposta di Renzi. L’ultimo colpo, quello del ko, Renzi cerca di metterlo a segno sul caso dei presunti fondi russi alla Lega: “Io ho querelato Papadoupulos, perche’ non quereli Savoini?”. Sul caso c’e’ una inchiesta della magistratura, ribatte Salvini sottolineando di avere fiducia nella giustizia. Unico punto di avvicinamento fra i due e’ la critica all’Unione europea sulla Siria: “L’Europa che non muove un dito mentre la Turchia massacra i curdi non e’ la mia Europa”. Renzi, dal canto suo, fa propria la posizione espressa oggi da Nicola Zingaretti per una forza di interposizione al confine. La sfida finisce con un Matteo Salvini “molto soddisfatto del confronto” e pronto a rilanciare con una sfida a “Giuseppi” Conte. Per Renzi “un confronto utile. Ce ne fossero di piu'”.