Renzi “chiama”‘ in Italia Viva moderati del centrodestra. “Mai con il M5s”

Renzi “chiama”‘ in Italia Viva moderati del centrodestra. “Mai con il M5s”
20 ottobre 2019

Ci sono tre messaggi nel discorso con cui Matteo Renzi chiude, da Firenze, la tre giorni della Leopolda numero dieci, quella post Pd. Uno è per il governo: Italia Viva non vuole staccare la spina ma “il treno della legislatura arriva al 2023, chi vuole scendere prima” lo faccia ma non è intenzione di Iv. Il secondo è per il Pd: si prendono strade diverse perchè, tanto per dirne una – e non è cosa di poco conto -, Iv “un’alleanza strutturale con il Movimento cinquestelle non la farà”. La terza è per chi, ieri, a San Giovanni, nella piazza sovranista che ha visto “il passaggio di consegne” tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, non c’era ma ha votato per Forza Italia, è un moderato, crede nell’Europa: “Venite a darci una mano, siamo una casa aperta”.

A tenere tutto insieme c’è il finale del suo intervento, con quella citazione di Aldo Moro, da un discorso al congresso della Dc del 1969: “Se noi vogliamo essere ancora presenti, ebbene dobbiamo essere per le cose che nascono, anche se hanno contorni incerti, e non per le cose che muoiono, anche se vistose e in apparenza utilissime”. Eccola qui, dunque, l’avventura che inizia con la consueta sicurezza in sè che non fa difetto a Renzi (e lui, dal palco, lo ammette) e che punta a portare Italia Viva ad essere un partito “a due cifre, è il minimo sindacale”. Il Pd è già il passato tant’è che l’ex segretario lascia alla capo delegazione di Iv al governo, Teresa Bellanova, l’attacco più duro. “Italia viva – dice la ministra – non è frutto di una scissione ma di una scelta di chiarezza perchè c’erano troppi litigi, troppe bande armate” nel Pd mentre il nuovo partito con le ali rosa – no “non è un gabbiano” precisa Renzi ma “la spunta delle cose fatte” – “se arriva un ragazzo e ha una grande leadership gliela lascia esercitare e non ci si impegna solo per distruggergliela”.

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Insomma non ci si dovrà guardare le spalle dai colleghi di partito, nè “difendere dagli attacchi di chi sta nella stessa casa”, sottolinea Renzi che non ha ancora digerito quei “brindisi” di alcuni colleghi il giorno dopo la sconfitta del referendum costituzionale. E comunque chi confonde “la Leopolda con il Papeete ci vada al Papeete” perchè “ha bisogno di relax”. Di “godersi il Papeete” Renzi lo augura, oltre che a qualche Dem – le polemiche si sono innescate su una frase del vice segretario Andrea Orlando – anche a Matteo Salvini che puntava al Colle, a eleggere un Capo dello Stato che facilitasse la ‘transizione’ fuori dall’euro ma gli è andata male perchè è nato, a un costo personale molto alto, ricorda, il governo Pd-M5s. Ed è dovere di questa legislatura, ribadisce, eleggere un presidente della Repubblica europeista. Ma più che a Salvini Renzi dalla sua Firenze vuole parlare agli elettori moderati, a quelli che restano orfani di “un modello di centrodestra” che non ci sarà più. Italia Viva è pronta ad accoglierli, come ad accogliere coloro che dicono no a un’alleanza strutturale tra il Pd e il Movimento cinquestelle. Tornando a Moro “Italia Viva – conclude Renzi – è cosa che nasce e che porterà l’Italia nel futuro, la politica oggi segna un nuovo inizio”. E una grande competizione sul voto moderato.

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