Mondo di mezzo non e’ Mafia Capitale. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, ribaltando il verdetto d’appello, ha stabilito che l’organizzazione a delinquere capeggiata dall’ex Nar Massimo Carminati e dall’ex ras delle Cooperative Salvatore Buzzi non e’ stata un’associazione di stampo mafioso ma un’associazione a delinquere ‘semplice’. Di conseguenza, la pena andra’ ricalcolata. Ci sara’ dunque un nuovo processo d’appello, davanti a una sezione diversa da quella che aveva ipotizzato le mani della ‘piovra’ su Roma. La sesta sezione penale della Cassazione aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d’Appello di Roma, lo scorso anno, a vario titolo per mafia (per associazione a delinquere di stampo mafioso, o con l’aggravante mafiosa o, ancora, per concorso esterno). Tra questi, oltre a Carminati e a Buzzi (condannati rispettivamente a 14 anni e 6 mesi e a 18 anni e quattro mesi), anche Luca Gramazio, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio (8 anni e 8 mesi), e Franco Panzironi, ex ad dell’Ama (8 anni e 4 mesi).
Per tutti ci sara’ un nuovo processo. Inoltre, per quanto riguarda Buzzi, la Cassazione lo ha assolto da due delle accuse contestategli, di turbativa d’asta e corruzione, mentre per Carminati cade anche un’accusa di intestazione fittizia di beni. In conseguenza della riqualificazione del reato di associazione mafiosa in associazione a delinquere semplice, la Cassazione ha pure annullato alcuni risarcimenti nei confronti delle parti civili, tra cui associazioni antimafia. L’accusa, mossa dalla procura di Roma, ruotava attorno alla costituzione di una “nuova” mafia, con propaggini nel Mondo degli appalti della Capitale. Una “collaudata” organizzazione criminale che aveva le caratteristiche tipiche del 416bis: vale a dire, “la forza di intimidazione espressa dal vincolo associativo e la condizione di assoggettamento ed omerta’ che ne deriva”, scrivevano i giudici d’appello. Impostazione che la procura generale della Cassazione ha condiviso chiedendo la sostanziale conferma della sentenza d’appello.
“Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. E’ stata scritta una pagina molto buia della storia di questa citta’. Lavoriamo insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalita’ e diritti. Una cosa voglio dire ai cittadini onesti: andiamo avanti a testa alta”, ha detto, amara, la sindaca di Roma Virginia Raggi. Esultano invece le difese e gli amici degli imputati. “Buzzi aveva ammesso alcune delle contestazioni. A Roma c’era un sistema marcio e corrotto e la sentenza di primo grado l’ha riconosciuto. La procura ha provato a sostenere la mafia. La Cassazione ha detto quello che avevamo sostenuto fin dall’inizio”, ha detto l’avvocato Alessandro Diddi. “La Suprema Corte ha ritenuto la sentenza di appello giuridicamente insostenibile”, ha aggiunto Cesare Placanica, difensore di Carminati, mentre Giosue’ Naso, il suo ex storico avvocato, ed attuale difensore di altri due imputati, attacca: “Ma vi pare possibile che la mafia sia stata riconosciuta a Roma in questi ultimi 7 anni, cioe’ da quando c’era Pignatone, e prima nessuno se ne era mai accorto? La mafia e’ una cosa molto seria, molto grave, che paralizza un territorio, l’economia di un territorio, la liberta’ da un punto di vista politico, sociale, economico. A Roma c’e’ invece una cultura mafiosa, che e’ una cosa completamente diversa. Cultura mafiosa”, anche nelle istituzioni.
“Questo e’ stato un processetto, cioe’ un processo nel quale si e’ voluto enfatizzare, gonfiare, esagerare, dopare una realta’ criminosa di margine per fare un processo nel quale si riconoscesse la mafiosita’”, ha concluso il legale. Per l’avvocato Valerio Spigarelli, difensore di Gramazio, “siamo di fronte alla sconfessione delle procura di Roma. Il processo era un esperimento giudiziario, un esperimento fallito. Qui parliamo di gente rimasta in prigione per anni per un reato associativo che adesso decade”. “Giustizia e’ fatta. Ho pianto a dirotto per la tensione e l’emozione. Forza Luca! Gramazio libero! Tiratelo fuori! Raggi dimettiti! No allo sciacallaggio politico”, ha commentato Francesco Giro, senatore di Forza Italia.
“Non trovo giustificate le esultanze di qualcuno visto che la Suprema Corte ha riconosciuto l’esistenza di associazioni, nei termini affermati dalla sentenza di primo grado, che aveva irrogato pene non modeste: due associazioni a delinquere che erano state capaci di infiltrare in profondita’ la macchina amministrativa e politica di Roma” ha affermato il procuratore generale della Capitale, Giovanni Salvi, commentando la decisione della Cassazione nel procedimento Mondo di mezzo. “Siamo in presenza di una sentenza molto complessa e per un commento piu’ approfondito occorrera’ leggere con attenzione il dispositivo e le motivazioni. Va detto che si ritorna all’esito di primo grado in cui non fu riconosciuta l’associazione di stampo mafioso, un elemento senza dubbio importante”, ha concluso Salvi.