Ruby ter, ex amica della Minetti: volevo ridare i soldi a Berlusconi, non l’ho fatto

Ruby ter, ex amica della Minetti: volevo ridare i soldi a Berlusconi, non l’ho fatto
Karima El Marough, meglio nota come Ruby Rubacuori
28 ottobre 2019

Ad Arcore “c’erano movenze a atteggiamento che creavano in me un po’ di imbarazzo” e anche se “avrei voluto poter restituire i soldi” regalati a fine serata da Silvio Berlusconi, “non l’ho fatto” perchè “non me la sono sentita”. Così Melania Tumini, una delle testimoni chiavi della procura di Milano nei ciclo di processi sul sex gate di Arcore, ha descritto nell’aula del processo Ruby ter qual’era il proprio stato d’animo quando, nel settembre 2010, fu ospitata a Villa San Martino in una delle tante serate del “bunga bunga”. La ragazza, convocata come testimone dell’accusa, ha raccontato di essere stata invitata ad Arcore dalla sua amica Nicole Minetti: “Mi disse che non dovevo preoccuparmi, anche se ne avrei viste di tutti i colori. Non diedi peso alle sue parole perchè non intravidi nessuna pericolosità. Non pensavo di commettere un errore andare a cena a casa del presidente del consiglio. Ero convinta che fosse il luogo più sicuro del Paese”.

Ad Arcore, ha aggiunto la teste dei pm, “andammo in macchina. Eravano io, Nicole e altre ragazze che eravamo andate a prendere in via Olgettina. Una volta entrata capii subito che la situzione non era normale. Ci si chiamava con appellativi tipo ‘amore’ e tutte le ragazze erano vestite con un abbigliamento molto meno formale del mio, che indossavo camicia e panataloni. C’erano molte ragazze, tutte molto giovani, tra i 20 e i 30 anni. Alcune lavoravano nel mondo dello spettacolo come Cipriani, Polanco e le gemelle De Vivo. Uomini presenti? Oltre a Berlusconi e Fede, c’era anche Carlo Rossella”. Ed ecco il racconto della cena: “C’erano ragazze che ballavano, facevano dei trenini, non erano molto coperte, ed portate a mostrare parti del corpo. Ricordo il mio imbarazzo nel vedere le ragazze che erano portate a scoprirsi. Io non ho mai ballato. Le altre ragazze avevano un atteggiamento di minor disagio rispetto al mio, le vedevo muoversi con molta naturalezza”.

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Poi il dopo cena, con il padrone di casa e i suoi ospiti che si trasferirono nella sala sotterranea per il cosiddetto “bunga bunga”: “Le ragazze si alternavano in balletti ed esibizioni con travestimenti di varia natura che terminavano con spogliarelli. Io ero la più coperta di tutte. Palpeggiamenti e toccamenti? Sono certa che siano avvenuti, ma ora a 9 anni di distanza non riesco a essere più precisa. Durante i balletti c’erano alcune ragazze che simulavano atteggiamenti sessuali provocanti tra di loro. Non ero a mio agio, nessuno mi ha chiesto di fare qualcosa, ma cercavo comunque un modo per andarmene senza farmi troppo notare. Uscii dalla villa e rimasi fuori all’aperto. Nicole mi venne a chiamare, disse che Berlusconi voleva salutarmi. Entrai in casa, c’era una specie di ufficio e fuori, in una sorta di sala d’aspetto, tante ragazze che aspettavano”.

Prosegue Entrai e Berlusconi chiuse la porta. Mi disse che Nicole le aveva parlato di me, che ero una ragazza studiosa, mi regalò un cd di Apicella. Dentro la custodia c’era una una busta bianca con dentro 4 banconote da 500 euro ciascuna. Dissi a Nicole delle banconote, facendole presente il mio disagio. Non avevo bisogno di soldi. Avrei voluto poter restituire quella somma, non l’ho fatto perchè ho ritenuto che il gesto della restituzione sarebbe stato gravoso e non me la sono sentita. In quel momento prevaleva la voglia di uscire da quella situazione. Mi ero resa conto di aver assistito a una serata particolare, e capii che in quel modo il presidente del consiglio si rendeva vulnerabile”. Il procedimento milanese a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati, tra cui molte delle cosiddette “olgettine” e altri ospiti delle serate di Villa San Martino che secondo i pm di Milano sarebbero stati corrotti dall’ex premier per non rivelare in Tribunale i retroscena del “bunga bunga”, proseguirà l’11 novembre.

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