Svolta per Whirlpool al fotofinish: l’azienda ritira la procedura di cessione dello stabilimento di Napoli. Due settimane fa, nell’incontro con il governo a Palazzo Chigi, la multinazionale aveva ribadito la propria posizione, programmando la chiusura della sede partenopea per il 1 novembre. Oggi il cambio di piano, annunciato su Facebook dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: “l’azienda mi ha comunicato la volonta’ di ritirare la procedura di cessione. E’ un primo passo, un primo risultato che certamente ci consente di risederci a un tavolo per provare a risolvere definitivamente i problemi di quello stabilimento”.
Subito dopo arriva la nota dell’azienda: la produzione di lavatrici a Napoli sara’ prolungata e non sara’ avviata la procedura di licenziamento collettivo per lavorare ad una soluzione condivisa. Pur confermando che la situazione di mercato “rende insostenibile il sito”, la societa’ si dice pronta al dialogo per individuare “un futuro sostenibile nel lungo termine allo stabilimento e ai suoi 400 dipendenti”. Quindi, a breve ripartira’ il tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte. I sindacati parlano di “tregua” e “armistizio”, ottenuti con le lotte dei lavoratori, e confermano la manifestazione a Napoli e lo sciopero generale dei metalmeccanici. La battaglia non e’ finita, la soluzione appare ancora lontana ma ora c’e’ “il tempo per un buon progetto”.
La prima richiesta e’ quindi di riattivare immediatamente il tavolo. Rispondono pronti all’appello i ministri per il Sud e del lavoro: “Ora lavoriamo insieme a garantire un futuro allo stabilimento. Noi ci siamo”, scrive sui social Giuseppe Provenzano. “Ora insieme ai lavoratori e all’azienda dobbiamo adoperarci per salvaguardare produzione e occupazione. Ce la metteremo tutta”, sottolinea Nunzia Catalfo. Soddisfatti Pd e M5s e naturalmente il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “La tenacia dei lavoratori e della citta’ ha vinto”. Nell’incontro con i sindacati del 31 maggio l’azienda aveva sostenuto che il business delle lavatrici non era piu’ sostenibile e, poiche’ lo stabilimento di Napoli registrava perdite di 20 milioni, l’unica strada percorribile era la riconversione. Poi aveva trovato nell’azienda svizzera Prs un possibile acquirente: una strada bocciata dai sindacati, che hanno sempre chiesto il rispetto del piano industriale. I lavoratori hanno fatto scioperi, cortei, presidi e piu’ di un sindacalista ha parlato di “una bomba sociale”. La protesta quindi non si ferma, ma per ora non sembra destinata ad esplodere.
LA NOTA DELL’AZIENDA
La Whirlpool “non avviera’ la procedura di licenziamento collettivo” per lo stabilimento di Napoli “per rilanciare un dialogo costruttivo” ma sottolinea che va cercata una soluzione condivisa “a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine”. Lo si legge in una nota diffusa dall’azienda. Whirlpool EMEA comunica – si legge nella nota – “di essere pronta a ritirare la procedura di trasferimento del ramo d’azienda, a non procedere con il licenziamento collettivo dei dipendenti di Napoli e a continuare la produzione delle lavatrici. La decisione, condivisa con il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, e’ stata presa con l’obiettivo di ripristinare un clima costruttivo nella trattativa con il Governo e con le Organizzazioni Sindacali: Whirlpool EMEA ritiene, infatti, che le attuali tensioni siano controproducenti nella ricerca di una soluzione condivisa, a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine”. Whirlpool e’ convinta – si legge ancora – “che, con maggior tempo a disposizione, si possa ristabilire un dialogo costruttivo e raggiungere una soluzione condivisa per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine allo stabilimento di Napoli e ai suoi 400 dipendenti. Alla luce di questo nuovo e importante sviluppo, nei prossimi giorni ripartira’ il tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte”.