Mandare a casa il Conte 2 e portare Draghi al Quirinale, le mosse del Capitano

Mandare a casa il Conte 2 e portare Draghi al Quirinale, le mosse del Capitano
Matteo Salvini
13 novembre 2019

Matteo Salvini va avanti come un caterpillar. Il capo della Lega sente l’aria positiva e i consensi crescenti attorno al suo partito e alla coalizione di centrodestra non fanno altro che mettere il turbo, convinto che con le ‘picconate’ assestate nel risiko di vittorie alle Regionali che intende piazzare, prima o poi, il governo Conte 2 traballera’. E il voto in Emilia Romagna sarà certamente determinante.

Il segretario leghista ha un’agenda fittissima di appuntamenti che si ripetera’ nelle prossime settimane in cui Salvini battera’ i territori che andranno al voto da qui all’estate del 2020. La via l’ha indicata lo stesso “Capitano”, nel suo discorso di piazza San Giovanni, dal palco della manifestazione che lo ha consacrato leader della rinnovata coalizione di centrodestra. L’obiettivo ambizioso e’ fare ‘cappotto’: vincere tutte le prossime elezioni regionali per mandare un segnale di ‘sfratto’ al governo. Dopo la vittoria – con 20 punti di scarto – in Umbria, il centrodestra vuole quindi replicare in Emilia-romagna e Calabria a gennaio, e poi in Puglia, Marche, Calabria, Veneto, Toscana e Campania. Nove Regioni ‘conquistate’ – se cosi’ fosse – basteranno a mettere in ginocchio il governo giallorosso e ad aprire la via alle elezioni politiche anticipate? Salvini quantomeno ci spera. Certo, che se il Pd dovesse perdere in Emilia-romagna, come sono convinti i leghisti, e in Toscana, o anche solo in una di queste Regioni, il ‘colpo’ sarebbe impegnativo da digerire.

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In ogni modo Salvini tira dritto col suo piano, convinto che qualche ‘scossone’ primo o poi arrivera’. Intanto, continua a “studiare”, come promesso dal palco romano, la nuova coalizione cui vuole dare vita. Le parole d’ordine sono condividere, coinvolgere e allargare. L’apertura e’ al mondo del civismo a agli elettori in fuga dagli altri partiti, non solo M5s, ma anche Pd. Gia’ da qualche mese, il segretario leghista cita spesso nei suoi comizi Enrico Berlinguer, elogiando i ‘comunisti di una volta’, che avrebbero “schifo” ora a vedere i loro successori che “frequentano piu’ i banchieri degli operai”. La Lega, in Emilia-Romagna e Toscana, come successo in altre Regioni del Nord, si candida a sostituire il ‘Partito’, a intercettare il voto di chi sceglieva il Pci ed e’ rimasto deluso dell’evoluzione che ha portato al Pd lontano dai luoghi di lavoro. In questo momento di “ricostruzione” salviniana – come lui stesso l’ha definito – alcuni commentatori vedono un avvicinamento del leghista al mondo dei moderati, quest’ultimo orfano di Forza Italia, colpita dal declino nei sondaggi. Salvini ha pero’ smentito piu’ volte di avere intenzione di avviare un percorso di avvicinamento al Partito popolare europeo, come ricostruito da alcune testate.

La Lega rimane saldamente nel gruppo dei sovranisti, in Europa, al momento non vi sarebbero le condizioni per un avvicinamento, ne’ dall’una ne’ dall’altra parte. Quanto alla moneta unica, le posizione del segretario leghista – dopo la dura campagna anti-euro delle Europee 2014 – si e’ ammorbidita ormai da anni. Anche se la dichiarazione di ‘non contrarieta” (“Why not”) a un’eventuale elezione di Mario Draghi – criticato per anni – al Colle rappresenta una svolta. Nei giorni scorsi, Salvini aveva smentito di essere a favore di un eventuale governo tecnico a guida Draghi: in caso di caduta del Conte II, l’unica via e’ di ridare parola al popolo con elezioni politiche anticipate, aveva chiarito. Ma, in vista dell’elezione del successore di Sergio Mattarella, il nome dell’ex governatore della Banca centrale europea – di cui e’ noto il rapporto con Giorgetti – potrebbe essere piu’ gradito ai leghisti, per esempio, di quello di Romano Prodi attorno al quale il Pd starebbe lavorando, secondo le informazioni a loro disposizione.

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