Schiarita sul nodo ex Ilva: all’indomani della riunione a palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e altri esponenti di governo, ArcelorMittal assicura che ora le “discussioni continueranno con l’obiettivo di raggiungere al piu’ presto un accordo per una produzione sostenibile di acciaio a Taranto”. Un incontro che AmInvestco, in una nota diffusa in tarda mattinata, ha definito “costruttivo”. Ieri il premier, dopo colloqui durati oltre quattro ore con Lakshimi Mittal e il figlio Aditya, proprietari del colosso siderurgico, ha annunciato che il governo e’ pronto ad adoperarsi per rinviare il processo all’azienda a condizione pero’ che venga garantita la produzione e il normale funzionamento degli impianti a Taranto. Soddisfatto Paolo Gentiloni, il prossimo commissario europeo per gli Affari economici e monetari: “Il governo sta facendo bene a fare ogni sforzo per costringere l’azienda a mantenere i propri impegni e farebbe bene il governo a mantenere anche i propri, cosi’ si potrebbe proseguire in una fase di risanamento, Ma e’ in dispensabile che i patti vengano mantenuti”. In attesa che riparta il confronto per arrivare a un nuovo piano industriale, i sindacati restano critici e tornano a chiedere la tutela dell’occupazione. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, si dice pronto “a ragionare, ma se qualcuno pensa di poter modificare il piano industriale e gli accordi per me non funziona, perche’ gli accordi devono essere rispettati”. E nel chiedere “un incontro con la proprieta’ e con il Governo per capire come si esce da questa situazione”, il numero uno della Cgil, sottolinea che “se’ un’azienda strategica, non guasta il fatto che anche il pubblico possa avere una presenza”.
Anche Rocco Palombella, segretario generale Uilm, chiede di ripartire dagli accordi firmati e dice ‘no’ a esuberi: “Dopo l’incontro di ieri a Palazzo Chigi si deve avviare una trattativa ad armi pari, senza pregiudiziali. Si deve partire dall’accordo del 6 settembre 2018 che ha avuto il consenso del 93% dei lavoratori e che e’ l’unico che garantisce risanamento ambientale, tutela livelli occupazionali e continuita’ industriale”, afferma. Il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, sottolinea che per l’ex Ilva “servono soluzioni industriali eco-sostenibili. Cose da far subito: riprendere progetto Meros deliberato a giugno e avviare subito rifacimento con nuove tecnologie di Afo5”. Infine Antonio Marinaro, presidente di Confindustria Taranto, punta l’attenzione sulle aziende dell’indotto: “Non posso che accogliere favorevolmente la ripresa della trattativa ma allo stesso tempo esprimo forte preoccupazione per l’atteggiamento di poca chiarezza fin qui adottato da parte di ArcelorMittal rispetto alle legittime richieste dell’indotto, che continua ancora oggi a reclamare le sue spettanze”, afferma. Intanto, il gruppo franco-indiano rassicura che il 60 per cento delle fatture scadute dell’indotto appalto sara’ pagato entro il 2 dicembre. Giorni fa ArcelorMittal aveva dichiarato a Taranto di aver pagato il cento per cento dei fornitori strategici e il 70 per cento, tra scaduto e corrente, a 163 trasportatori.
Ma queste assicurazioni sono state contestate piu’ volte da Confindustria Taranto e dagli stessi imprenditori interessati, tant’e’ che il presidio di protesta davanti alla portineria C della fabbrica e’ ancora attivo da lunedi’ scorso, senza interruzioni, e domani alle 11.30 nella sede di Confindustria Taranto, insieme al presidente Antonio Marinaro, terranno una conferenza stampa il governatore di Puglia, Michele Emiliano, e tutti i sindaci della provincia di Taranto dedicata proprio alla situazione di estrema difficolta’ denunciata dall’indotto-appalto nel rapporto con ArcelorMittal. Emiliano ha poi convocato per lunedi’ anche un incontro a Bari, in Regione, con la task force occupazione, dedicato proprio alla situazione delle imprese che lavorano con ArcelorMittal allo scopo di individuare misure di sostegno a loro favore. Che la situazione delle imprese resti molto critica, oggi lo ha di nuovo ribadito il presidente Marinaro: “Esprimo forte preoccupazione per l’atteggiamento di poca chiarezza fin qui adottato da parte di ArcelorMittal rispetto alle legittime richieste dell’indotto, che continua ancora oggi e continuera’ nei prossimi giorni a reclamare le sue spettanze”. “Al momento, come gia’ comunicato nella serata di ieri – afferma Marinaro – la situazione dei pagamenti e’ ancora frammentata e assolutamente parziale, sicuramente non rispondente a quanto era stato garantito dall’azienda. Pur nell’attesa dei tempi tecnici dei pagamenti, riteniamo indispensabile che il rapporto con le imprese dell’indotto registri d’ora in poi un approccio improntato alla chiarezza ed al rispetto reciproco”. “Chiederemo al Governo – afferma Confindustria Taranto – di farsi garante di questo nuovo rapporto”.