Proseguono le ricerche dei dispersi in mare a seguito del naufragio avvenuto nella giornata di ieri a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli (Lampedusa). Allo stato attuale sono 3 i corpi privi di vita (3 donne) recuperati in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. Due ulteriori corpi privi di vita – due donne – sono stati ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza. Attualmente le condizioni meteo-marine permangono avverse e nelle ricerche resta impegnato un elicottero ed una motovedetta della Guardia Costiera.
Le operazioni di soccorso condotte nel tardo pomeriggio di ieri dalle motovedette della Guardia Costiera sono state particolarmente difficoltose – si spiega – non solo a causa delle proibitive condizioni del mare, con onde alte fino a 2 metri, ma anche a seguito dell’elevato numero di persone cadute in mare contemporaneamente. Le motovedette accorse sul punto si sono adoperate con ogni mezzo per poter trarre in salvo quante più persone possibili. Oltre a due soccorritori marittimi “Rescue Swimmer”, nell’intento di salvare i naufraghi si lanciava in mare anche il direttore di macchina della motovedetta CP 305 della Guardia Costiera. Nel frattempo gli equipaggi della Guardia Costiera rimasti a bordo, si prodigavano con ogni mezzo disponibile lanciando in mare salvagenti anulari, cime galleggianti, parabordi e qualsiasi altra cosa potesse permettere ai naufraghi di aggrapparsi e salvarsi dall’annegamento certo. Tra i primi a essere soccorsi anche un ipovedente che, stante la sua condizione, ha subito attirato l’attenzione dei soccorritori che prontamente lo hanno portato a bordo di una delle motovedette impegnate nelle operazioni.
Per l’emergenza seguita al naufragio avvenuto a circa 1 miglio da Lampedusa sono state impiegate due motovedette e un aereo della Guardia Costiera, una nave e un elicottero della Marina Militare, una motovedetta e un pattugliatore della Guardia di Finanza. I migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera sono in totale 149 (di cui 133 uomini 13 donne e 3 bambini). Il naufragio è avvenuto nel tardo pomeriggio, prima del tramonto, a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli. La barca soccorsa non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione alla Guardia Costiera. L’avvistamento è stato segnalato da un privato cittadino. Nelle operazioni di salvataggio, avviate appena individuata la barca, sono stati impiegati due soccorritori marittimi “Rescue Swimmer” della Guardia Costiera, grazie anche all’intervento dei quali è stato possibile recuperare tutti i migranti caduti in mare. Le 149 persone tratte in salvo allo stato attuale si trovano in porto a Lampedusa. Al momento non sono state rinvenute altre persone in mare.
OCEAN VIKING APPRODA A MESSINA
Intanto è approdata al molo Norimberga del porto di Messina la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere con 213 migranti a bordo. Ad accogliere i profughi il personale della Prefettura, della Questura, della Guardia di Finanza, del Comune, dell’Asp e diverse associazioni di volontariato. La decisione di indicare Messina come porto sicuro e’ stata presa dopo che Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti salvati in diverse operazioni dalla Ocean Viking. L’intervento europeo e’ stato sollecitato da tutti i Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. I migranti saranno adesso trasferiti nel centro di primo soccorso ed identificazione di Messina, accanto alla caserma Gasparro.
“Quasi tutti hanno raccontato di aver subito torture in Libia in vari centri di detenzione ufficiali e non ufficiali, ci hanno raccontato di torture di diverso tipo, dicono tutti che la Libia e’ un inferno”. A dirlo Avra Fialas responsabile comunicazione Sos Mediterranee nel corso dello sbarco di migranti a Messina. A bordo della nave Ocean Viking sono arrivati 213 migranti provenienti da tre operazioni di soccorso. La maggior parte e’ proveniente da Costa d’Avorio , Sudan, Nigeria, Eritrea , Camerun. “Nel primo barcone che abbiamo trovato- aggiunge- i migranti erano abbastanza stabili, il secondo uguale, il terzo erano invece da due giorni in mare per noi e’ stata una operazione di ricerca di piu’ di 24 ore e’ stato difficile individuarli. Questa settimana ci sono state una serie di partenze perche’ c’e’ stato buon tempo.” Tra i minori migranti sbarcati a Messina anche 8 bambini in tenera eta’. A sbarcare anche tre donne in stato di gravidanza subito assistite da personale dell’Asp che insieme a polizia, carabinieri e guardia di finanza si occupano dello sbarco. Frattanto, è stato assegnato Taranto come porto di sbarco per le 62 persone a bordo Open Arms. Lo fa sapere la stessa organizzazione non governativa, aggiungendo che sarà “impossibile muoverci prima di domani a causa condizioni meteo”.
149 SALVI GRAZIE AD ALLARME 2 PESCATORI
Sono stati due pescatori ad avvisare ieri pomeriggio la capitaneria di porto della presenza di un barcone in difficolta’ a un miglio dalla costa di Lampedusa, che si e’ poi capovolto. Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, questi i nomi dei due lampedusani, hanno dato l’allarme consentendo cosi’ l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti. “Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perche’ i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestivita’ a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”.