Udienza su caso Fadil dopo richieste famiglia

Udienza su caso Fadil dopo richieste famiglia
Imane Fadil
3 dicembre 2019

E’ stata fissata per il prossimo 19 febbraio l’udienza in cui si discutera’ l’opposizione, presentata dai familiari di Imane Fadil, alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte della modella marocchina che, secondo la Procura di Milano e sulla base di una consulenza medico legale, e’ deceduta per cause naturali e, in particolare, per un’aplasia midollare. Nell’istanza di opposizione, i legali dei familiari della modella, gli avvocati Mirko Mazzali e Nicola Quatrano, hanno chiesto al giudice (il gip e’ Alessandra Cecchelli) che vengano disposte tutta una serie di nuove “valutazioni peritali”, non solo sulle presunte responsabilita’ dei medici nelle terapie, a loro dire, sbagliate e sulla diagnosi non tempestiva, ma anche sulla “presenza contemporanea di tanti elementi tossici” nel corpo della giovane “in dosi cosi’ elevate”.

Dopo la discussione in udienza, il gip dovra’ decidere se archiviare il fascicolo, oppure disporre nuovi accertamenti o l’imputazione coatta. A meta’ settembre, dopo mesi di complessi accertamenti, gli inquirenti avevano stabilito che Fadil, morta l’1 marzo scorso, era stata stroncata da una malattia rara che quasi sempre non lascia scampo e che le era stata diagnosticata tre giorni prima di morire alla clinica Humanitas di Rozzano, nel milanese. Subito dopo la morte, pero’, gli esiti di alcune analisi, in particolare una, avevano destato non poco allarme. L’ipotesi, poi smentita dai successivi accertamenti, era avvelenamento con sostanze radioattive o metalli pesanti. Ipotesi che allora aveva anche un senso per via di una telefonata in cui la ragazza al suo legale aveva spiegato: “Volevano farmi fuori”.

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I legali della famiglia hanno allegato alla loro istanza una consulenza tecnica medico legale di parte, redatta dal professore Michelangelo Casati, nella quale si parla del “ritardo della diagnosi in relazione alla possibilita’ di una efficace cura della malattia che ha causato la morte”. Gli avvocati chiedono di accertare la presenza della ‘piridina’, di “acquisire una valutazione peritale sulla compatibilita’ tra le quantita’ e i tempi di rilevazione della piridina” e poi di effettuare un’altra valutazione “sulle ragioni della presenza contemporanea di tanti elementi tossici” in quantita’ elevate “negli organi e nei liquidi” della giovane. E “alla luce di tale valutazione”, si chiede anche di “allegare lo spettro di possibili cause di avvelenamento da esplorare, anche avvalendosi di centri esteri particolarmente specializzati”.

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