Assunzioni in una cooperativa sociale e in un’azienda per la raccolta di rifiuti, certificazioni edilizie “aggiustate”. Queste sarebbero le “utilita’” che hanno provocato un terremoto giudiziario al comune di Casteldaccia, una cittadina a circa venti chilometri da Palermo. Su ordine della magistratura di Termini Imerese, sono stati arrestati per corruzione il sindaco Giovanni Di Giacinto, figura politica di primo piano, e due assessori, tutti ai domiciliari. Agli arresti anche la funzionaria Rosalba Buglino e il geometra Salvatore Merlino, libero professionista. Ma ci sono altri indagati tra cui imprenditori e gestori di servizi. Il servizio sotto inchiesta e’ quello della raccolta differenziata dei rifiuti. Sarebbe stato assegnato con affidamento diretto a una ditta in cambio dell’assunzione nel servizio civile di persone “segnalate”.
I due assessori si sarebbero spesi perche’ fosse accolta dalla Regione una domanda della coop per avere contributi pubblici. Nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della Procura, si fa riferimento ad altri episodi sui quali hanno indagato i carabinieri. Uno riguarda il rilascio, dietro compenso, di sanatorie edilizie di cui si sarebbero occupati Rosalba Baglino (quando non aveva piu’ questa competenza) e il geometra Merlino. Un altro filone riguarda gli interventi per prevenire e contrastare la violenza contro le donne e i minori attraverso un accordo di partenariato tra il Comune e la “Luna Nuova Cooperativa Sociale”. Il quadro dell’inchiesta e’ dominato dalla figura del sindaco che e’ al terzo mandato e ha sempre avuto un ruolo politico di peso in varie formazioni nell’area del centrosinistra. Nella passata legislatura e’ stato capogruppo all’Assemblea regionale del “Megafono”, il movimento politico di Rosario Crocetta. Poi e’ passato tra i socialisti europei diventandone capogruppo e infine a “Sicilia futura”.
Alle regionali del 2017 non e’ stato piu’ rieletto. In compenso nel giugno 2018 e’ tornato a fare il sindaco. E proprio da questa tornata elettorale e’ partita l’inchiesta. L’ha innescata il padre di una candidata in una lista dello schieramento avverso il quale ha segnalato ai carabinieri di avere ricevuto da Di Giacinto una strana richiesta: indurre gli elettori della figlia al voto disgiunto con la preferenza per Di Giacinto come sindaco. In caso contrario avrebbe revocato la concessione del campo sportivo a una associazione vicina alla candidata. Cosa che sarebbe realmente accaduto. Nel frattempo il sindaco era finito sotto inchiesta per la mancata demolizione della villetta abusiva nella quale nel novembre 2018 sono morte nove persone, intrappolate dalla esondazione di un fiume in un’area sottoposta a un intenso abusivismo edilizio.