Buone notizie per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha infatti approvato la rimborsabilità in Italia del trattamento farmaceutico Venclyxto – sviluppato dall’azienda biofarmaceutica AbbVie – più rituximab per il trattamento delle persone con questo tipo di leucemia, la più frequente forma di tumore del sangue, in particolare in Europa e Stati Uniti. Si tratta del primo e unico trattamento che prevede una durata fissa, 24 mesi, e senza dover effettuare cicli di chemioterapia. Per Antonio Cuneo, direttore della sezione di Ematologia dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara,
“la terapia di durata definita ha il vantaggio di offrire al paziente un trattamento ben tollerato per uno o due anni, dopodichè la terapia viene sospesa, si torna a una vita normale, in remissione, senza bisogno di assumere farmaci. Questo approccio offre anche un vantaggio, che ottiene una risposta rapida e profonda, quindi la malattia di fatto non è più rilevabile, e questo per il paziente è un grande vantaggio”.
Ogni anno si stima che in Italia ci siano circa 1000/1200 nuove diagnosi di leucemia linfatica cronica, una malattia che colpisce soprattutto gli anziani, i soggetti più fragili, con un’età media tra i 60 e i 70 anni. Sergio Amadori, presidente nazionale Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma: “L’arrivo di queste terapie biologiche può offrire delle nuove opportunità per tenere il paziente in buone condizioni generali, con la malattia sotto controllo e quindi con una buona qualità di vita. Ha anche una ricaduta positiva dal punto di vista economico-finanziario per le spese e le casse del Sistema sanitario nazionale, perchè i farmaci biologici costano tantissimi soldi e sapere che la terapia non deve superare i 24 mesi è importante anche sul piano del risparmio economico”.
La Commissione Europea ha approvato nell’ottobre 2018 la nuova combinazione sulla base dei risultati dello studio clinico di fase 3 MURANO, nel corso del quale Venclyxto più rituximab ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte. Secondo Stefano Molica, direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia dell’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, “si apre uno scenario veramente nuovo per i pazienti e pensiamo che questo possa andare incontro realmente a quella che è l’esigenza di una gestione a lungo termine migliore di pazienti con leucemia linfatica cronica. Offrire a questi pazienti un’aspettativa di vita migliore significa riportarli ad una aspettativa di vita che è simile a quella della popolazione normale. Questo può essere un obiettivo raggiungibile con le nuove terapie e soprattutto con i nuovi farmaci che danno delle risposte molto più profonde”.