“Negli studi dei medici di famiglia si percepisce, da parte dei pazienti, una maggiore attenzione emotiva sui sintomi dell’influenza rispetto allo standard di questo periodo. Magari le persone tornano più volte perché è rimasta un po’ di tosse, si controllano di più del solito. Questo è probabilmente legato alle notizie sul nuovo coronavirus. Non ci sono molte domande dirette, ma è innegabile una più elevata vigilanza”. A analizzare, tra i pazienti italiani, l’effetto delle notizie sul nuovo coronavirus che in Cina ha già contagiato quasi 300 persone, è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg).
“C’è una evidente maggiore attenzione all’influenza – sottolinea Scotti all’Adnkronos Salute – e credo che questo sia legato anche al fatto che precedenti epidemie (influenza aviaria, influenza suina) erano legate proprio all’influenza. E quando si parla di virus, per i pazienti l’associazione con l’epidemia stagionale è immediata”, aggiunge Scotti ricordando che in questo periodo siamo nel pieno dell’epidemia influenzale e gli ambulatori dei medici di famiglia sono più che affollati. “I nostri studi sono zeppi”, continua Scotti. “I medici massimalisti fanno fino a 70 visite al giorno rispetto alle 40 degli altri periodi dell’anno. A questo si devono aggiungere almeno 30 contatti telefonici e 10-15 tra sms, whatsapp. E’ una situazione che sperimentiamo ogni anno tra gennaio e febbraio, ma che in questi giorni sembra essere leggermente peggiorata, con la maggiore richiesta di controlli da parte dei pazienti più attenti ai sintomi. Non ci lamentiamo ma l’affollamento non riguarda solo i pronto soccorso”, conclude Scotti.