Renzi non usa giri di parole: “Per me il Movimento 5 stelle e’ finito”. E pur sottolineando di fare il tifo per Bonaccini e di non voler far cadere il governo per il leader di Iv, riferiscono fonti parlamentari, sara’ vita dura per Zingaretti in caso di una vittoria della Lega. Il segretario del Pd ha gia’ detto che non ci saranno conseguenze nell’eventualita’ di una vittoria della Borgonzoni ma tra i gruppi parlamentari c’e’ la convinzione che l’esito del voto di domenica possa essere decisivo e che di sicuro con un’eventualita’ simile ci sarebbe una spinta verso il congresso.
Per i dem e’ una vera e propria chiamata alle armi. Con il convincimento che l’Emilia rispondera’ all’appello anti-Salvini nelle urne, mentre la Romagna dovrebbe andare appannaggio del partito di via Bellerio. In ogni caso il premier ha sgombrato il campo. Qualsiasi sia l’esito si andra’ avanti. E pure il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, seguendo con grande attenzione anche dall’estero le vicende istituzionali e politiche, ha registrato le rassicurazioni di premier, ministri e forze di maggioranza sulla tenuta governo. Lo snodo sara’ il tavolo sulla verifica. “Perche’ – afferma un ministro del Pd – dipendera’ da quell’incontro il destino della legislatura. Occorre trovare l’accordo su cinque o sei punti e metterli in agenda, nella consapevolezza che la responsabilita’ del governo non puo’ ricadere sulle spalle solo dei dem”.
Il timore, soprattutto dei ‘big’ Pd, e’ che Di Maio (‘libero’ dal ruolo politico) e Renzi si tengano le mani libere e giochino al rialzo per – questa la tesi – sventolare le proprie bandierine. La preoccupazione della maggioranza e’ che in caso di sconfitta di Bonaccini soprattutto il Senato possa trasformarsi in una sorta di Vietnam, che si possano perdere altri pezzi per strada. Ma a ‘puntellare’ il governo potrebbe essere il fattore referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Oggi e’ arrivato il si’ della Cassazione, con l’esecutivo che – spiega una fonte ministeriale – ha tutto l’interesse di anticipare il prima possibile la consultazione. Del resto la Lega dovrebbe sostenere il taglio, avendo votato il provvedimento sia alla Camera che al Senato. Nel convincimento che in ogni caso, nonostante il ‘bombardamento mediatico’ la maggioranza difficilmente implodera’ anche in caso di sconfitta di Bonaccini.
Il premier Conte oggi ha rinunciato a partire per Davos proprio per studiare i dossier sul tavolo. I piu’ spinosi riguardano la riforma della prescrizione con Renzi che continua a sostenere la Pdl Costa sullo stop alla riforma Bonafede e il nodo Autostrade (una delle ipotesi e’ che ci possa essere una revoca parziale con il governo che sta aspettando il parere dell’Avvocatura di Stato). Ma c’e’ l’incognita M5s dove si fronteggiano due schieramenti: quello ‘progressista’ e quello che punta alla terza via. Oggi intanto il presidente del Consiglio che domani vedra’ il vice presidente americano Pence per discutere tra l’altro di Libia e web tax – si e’ concesso un siparietto con il primo ministro albanese Rama che questa mattina ha incontrato il responsabile della Farnesina: “Ce l’aveva la cravatta Di Maio?”.