Morta per malaria, per autopsia nominato anche infettivologo
La donna era tornata lo scorso 9 gennaio della Nigeria
Sarà nominato anche un infettivologo, oltre al medico legale, per eseguire l’autopsia sul cadavere di Loredana Guida, l’insegnante e giornalista agrigentina di 44 anni morta ieri a causa della malaria, a quanto pare non diagnosticata, che aveva contratto durante una vacanza a Lagos, in Nigeria. Come apprende l’Adnkronos, l’esame autoptico, che sarà eseguito entro venerdì, sarà dunque collegiale. La donna era tornata lo scorso 9 gennaio della Nigeria dove era stata per organizzare la costruzione di una scuola. Ma dopo pochi giorni ha iniziato ad avere la febbre alta. Si era presentata in ospedale ma è stata inserita come ‘codice verde’ nonostante la febbre a 39. Dopo nove ore di attesa firmò le dimissioni e tornò a casa. Ma la situazione peggiorò notevolente.
Il quadro clinico era peggiorato al suo secondo ricovero in ospedale ad Agrigento. Febbre alta e dolori che l’hanno portata prima alcoma e poi alla morte per arresto cardiaco. Lunedì si era mobilitata anche la Prefettura di Agrigento chiedendo l’intervento degli specialisti dell’istituto nazionale per malattie infettive ”Spallanzani” di Roma e da Messina, era arrivato in ospedale un farmaco particolare che avrebbe potuto aiutarla. Ma non c’è stato nulla da fare, la malaria terzana maligna (Plasmodium falciparum), lo stesso ceppo che ha ucciso il campione di ciclismo Fausto Coppi, l’ha stroncata. La Procura di Agrigento, coordinata da Luigi Patronaggio, indaga per omicidio colposo. Al momento contro ignoti. Ma già nelle prossime ore la situazione potrebbe cambiare.
L’Asp di Agrigento ieri aveva così commentato in una nota: ”La signora si presentava presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Agrigento il giorno 15.01.2020 e registrata in triage alle ore 11:41, in codice verde, per ”riferito stato influenzale. La paziente riferisce di essere stata in Africa qualche giorno fa”. Visitata alle ore 15:35, presentava febbre ed eseguiva esami di laboratorio di routine e radiografia del torace che non evidenziavano sostanziali anomalie, fatto salvo un lieve rialzo di un indice ematico aspecifico di flogosi – si legge – Dopodiché la paziente sottoscriveva, sul foglio di dimissione, la decisione di rifiutare di proseguire l’approfondimento dell’iter diagnostico. La stessa, ritornava, nel primo pomeriggio del 20 gennaio, in codice rosso, in stato di coma, allo stesso pronto soccorso, venendo ricoverata presso la Terapia Intensiva dello stesso Ospedale”.
E ancora: “Il successivo giorno 21 veniva ipotizzata la diagnosi di ”malaria”, confermata da un test immunocromatografico eseguito lo stesso giorno e validata dall’istituto di Microbiologia dell’Università di Palermo come ”malaria da plasmodium falciparum”. Veniva altresì messa in atto una terapia specifica, concordata tra l’altro con il Direttore dell’Istituto di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo. Tale terapia veniva peraltro confermata dall’Istituto Nazionale di Malattie Infettive ”Spallanzani” di Roma, tutti opportunamente contattati.Nei giorni seguenti, pur con tutte le terapie messe in atto, le condizioni cliniche della paziente peggioravano progressivamente, fino all’all’exitus”, cioè la morte della giovane donna. “La Direzione Sanitaria di questa Azienda ha comunque istituito una commissione interna”. Ieri anche l’assessore regionale Ruggero ha annunciato una indagine.