Il 2019 si è chiuso con dati negativi per l’occupazione, calata a dicembre rispetto al mese precedente, mentre l’inattività cresce e il numero di disoccupati aumenta lievemente. In particolare diminuiscono i lavoratori a tempo indeterminato e aumentano i precari. Lo dicono i dati Istat secondo cui la flessione dell’occupazione interessa uomini e donne, persone tra 25 e 49 anni (-79 mila), i lavoratori dipendenti permanenti (-75 mila) e gli indipendenti (-16 mila). Gli occupati aumentano tra i 15-24enni (+6 mila) e soprattutto tra i dipendenti a termine (+17 mila). Il tasso di disoccupazione, invece, che indica la percentuale di occupati solo rispetto a quanti stanno cercando un lavoro, rimane stabile al 9,8%. Il numero di persone in cerca di lavoro segna un lieve aumento su base mensile (+2mila) soprattutto tra gli uomini (+2,2%, pari a +28 mila unità) e tra gli under50, a fronte di una diminuzione tra le donne (-2,2%, pari a -27 mila unità) e gli ultracinquantenni.
E arriva il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio secondo cui, “sono evidenti le difficoltà di creare un contesto di stabile crescita dell’occupazione per le classi di età intermedie, ma, soprattutto, il lavoro indipendente patisce una riduzione strutturale della forza lavoro impiegata con una perdita di oltre 680mila unità rispetto al 2007, riflesso della compressione della domanda rivolta a molte piccole imprese del terziario di mercato e, in particolare, della distribuzione commerciale”.
“I dati Istat sull’andamento del lavoro segnalano l`esplosione di contraddizioni insanabili nelle politiche sociali messe in campo dagli ultimi governi – dichiara Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia -. Apprendere che in 10 anni il lavoro autonomo ha perso 600 mila unità, che nel 2019 è aumentato del 29% il numero dei pensionati, fra precoci e quota 100, ma senza riflessi sull`occupazione, dovrebbe indurre il governo, ma anche noi dell`opposizione, a una riflessione senza pregiudizi sugli errori degli ultimi governi e sulle politiche sociali e del lavoro costruite sull`assistenzialismo ma senza alcun beneficio per chi ha perso il lavoro e per quanti lo cercano senza successo”. Per la parlamentare azzurra, “si seguono politiche di breve termine, con l`accresciuta precarizzazione dei contratti mentre le normative sul lavoro mutano di continuo creando confusione. A ciò si aggiunga una politica fiscale vessatoria, per imprese e lavoratori, che crea un baratro fra domanda e offerta perché sul costo del lavoro pesa la ‘mano morta’ di un fisco vorace. Se n`è accorto anche il ministro dell`Economia Roberto Gualtieri: meglio tardi che mai”, conclude.