Isolare i bambini di qualsiasi nazionalità che frequentano le scuole e che arrivano dalla Cina, come avviene per tutti altri, italiani e stranieri, per il periodo di 14 di giorni, come da prassi. E’ questa la richiesta al ministero della Salute che i presidenti di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige stanno per inviare. L’annuncio arriva dal governatore del Veneto Luca Zaia che assicura che “non c’è la volontà di ghettizzare nessuno, ma invece di dare una risposta alle tante famiglie preoccupate che hanno i loro figli che nell’età dell’obbligo vanno a scuola”. La bozza della lettera, che dovrebbe essere inviata nelle prossime ore, è già stilata: “A me sembra una regola sanitaria minimale” ha spiegato il governatore Zaia, ricordando che si tratta di una misura che “prendiamo anche per la meningite e per la Tbc”.
Iss, ministro e presidi
Rassicurazioni, replicando ai governatori, arrivano dall’Istituto superiore della sanità. Le misure adottate “tutelano la salute dei bambini e della popolazione”, afferma l’Iss, rilevando che “l’Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie e articolate”. Anche il ministro dell’Istruzione, ha sottolineato che sull’emergenza coronavirus “ci siamo mossi immediatamente come governo: non voglio che si creino inutili allarmismi, la propaganda non fa bene”. In sostanza, secondo Lucia Azzolina, “non ci sono motivi per escludere gli alunni dalla scuola. Con la circolare abbiamo spiegato cosa fare e in quali casi, quindi tranquillità assoluta”. E c’è anche il “No” dei presidi all’appello dei governatori leghisti di non far entrare a scuola per due settimane gli studenti di ritorno dalla Cina. “Noi abbiamo la circolare del ministero della Salute, diffusa dal Miur – ricorda Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp) – lasciamo parlare i medici. Se gli esperti e i tecnici ritengono non ci siano rischi noi ci atteniamo alle prescrizioni scientifiche sulla base anche delle indicazioni Oms. Non capisco queste strumentalizzazioni, se poi ci sono argomentazioni sanitarie lo dicano”.
La task force
Intanto, il governo sta predisponendo una “task force con i ministri competenti” per fronteggiare l’impatto economico del Coronavirus. Ad annunciarlo lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che ha incontrato i capigruppo sull’emergenza dovuta all’epidemia scoppiata in Cina. “Stiamo creando una task force con i ministri competenti per varare una serie di misure di contrasto all`impatto economico dell`emergenza corona virus. Dobbiamo intervenire per contenere questo impatto. Quando avremo completato una ricognizione della situazione attuale e avremo una previsione più chiara potremo adottare le misure di sostengo alle nostre imprese con riguardo ai settori più direttamente coinvolti”. E frattanto, dalla Cina arriva l’ultimo bilancio della Commissione sanitaria nazionale. Salgono a 20.438 i casi di infezione da coronavirus in Cina e sono stati confermati 3.235 nuovi casi di infezione di cui 2345 nella provincia di Hubei. La Commissione conferma che il bilancio delle vittime è salito a 425 nel Paese (più uno in un’altra area asiatica) con 64 nuovi morti, tutti nella provincia di Hubei. Attualmente ci sono 2.788 infettati considerati in condizioni gravi mentre 632 persone con infezione conclamata sono stati curati e dimessi. La Commissione riferisce poi che attualmente sono state rintracciate 221.015 persone che sono state in stretto contatto con l’infezione e che 171.329 persone sono in questo momento sotto osservazione medica.