Nel 2014 quasi un giovane su quattro (23 per cento) accetterebbe un posto da spazzino, il 27 per cento entrerebbe in un call center e il 36 per cento, pur di lavorare, farebbe volentieri il pony express. E’ quanto riporta un elaborato della Coldiretti, secondo cui emerge una grande flessibilità delle giovani generazioni nel tempo della disoccupazione record, una flessibilità forse anche eccessiva, visto che un giovane su tre pur di lavorare è disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio (33 per cento), ma anche, in alternativa, uno stipendio inferiore a 500 euro a parità di orario (32 per cento).
Nonostante tutto, però, resta solido l’obiettivo del posto fisso che sarebbe preferito dal 46 per cento dei giovani, anche se in calo del 7 per cento rispetto allo scorso anno. In questo ambito, secondo l’organizzazione degli agricoltori, tiene il mito del dipendente pubblico al quale ambisce il 34 per cento dei giovani. Tra chi ha già trovato un lavoro si registrano livelli molto alti di soddisfazione anche per il confronto con le difficoltà dei coetanei. E ancora: il 63 per cento è tutto sommato soddisfatto perché appassionato dal lavoro che svolge (25 per cento), perché offre opportunità di crescita professionali (22 per cento) ma anche perché consente di curare altri interessi (16 per cento), mentre appena l’11 per cento – precisa Coldiretti – è soddisfatto del lato economico. La Coldiretti sottolinea, inoltre, che ad evidenziare la criticità del rapporto tra scuola e mondo del lavoro è il fatto che solo il 30 per cento dei giovani fa un lavoro totalmente coerente con gli studi, mentre il 23 per cento lo fa solo in parte.