Visco difende Bankitalia e avverte: Pil ristagna, nuovi rischi

Visco difende Bankitalia e avverte: Pil ristagna, nuovi rischi
Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco
9 febbraio 2020

Giù le mani dalla Banca d’Italia. È il messaggio che il governatore Ignazio Visco ha lanciato dal palco del Forex per le accuse subite nella vicenda della Popolare di Bari. Nessuna “volontà dirigistica” nè “connivenze”, ha detto Visco parlando dell’azione di vigilanza sugli istituti di credito. Una dura risposta sferrata nell’intervento al Forex, un discorso tutto centrato sul sistema finanziario e sulle priorità dell’economia nazionale. Che “dai primi mesi del 2018 sta sostanzialmente ristagnando” e ora deve affrontare nuovi rischi come l’epidemia del coronavirus.

“Di recente – ha spiegato il governatore parlando a braccio durante la relazione – abbiamo letto accuse di una estrema accondiscendenza nei confronti della Popolare di Bari o di conflitti d’interesse nell’operazione Tercas”. Ma ogni “insinuazione di accondiscendenza” dei vertici di Via Nazionale verso la banca pugliese “è non solo del tutto priva di fondamento ma anche offensiva”. E “ipotizzare un conflitto d’interessi – ha sottolineato Visco – appare di difficile, anzi impossibile comprensione”. Perchè l’azione di vigilanza, “anche sulle banche di piccola dimensione, è intensa” e gli “interventi di successo sono la maggioranza, ma non possono essere la totalità”.

Il sistema bancario non è però l’unica preoccupazione del governatore. Che ha messo in guardia il governo sui “rilevanti rischi al ribasso” per un’economia italiana frenata nel 2020 da “una crescita ancora molto contenuta”. Sul fronte interno, ha ammonito, “i mercati finanziari stanno per il momento beneficiando del calo dell’incertezza politica. Ma non si è ancora riusciti a sconfiggere la cronica vulnerabilità legata alle prospettive di medio termine della finanza pubblica e della crescita economica”.

Il contesto globale in questa fase è segnato da “tensioni geopolitiche” e dalle incognite della Brexit. E “ai fattori di rischio si sono ora aggiunte le possibili ricadute della diffusione del nuovo coronavirus, specie sull’economia cinese che negli ultimi anni è stata uno dei principali motori della crescita mondiale”. Al momento, ha aggiunto il numero uno di Via Nazionale, “è difficile stimare” gli effetti sull’economia italiana. Ma se si considera il precedente della Sars, l’impatto potrebbe essere “temporaneo e contenuto a pochi decimi di punto percentuale di minore crescita della domanda aggregata”. Anche se non si può escludere “un impatto più significativo”.

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