Air Italy fallisce, voli fino al 25 febbraio. La compagnia doveva sostituire l’Alitalia

Air Italy fallisce, voli fino al 25 febbraio. La compagnia doveva sostituire l’Alitalia
11 febbraio 2020

Air Italy fallisce, stop ai voli. E in estrema sintesi una lettera ai dipendenti di Air Italya, nella quale il presidente Roberto Spada li informa della messa in liquidazione della società. “Per motivi di sicurezza e a tutela sia degli equipaggi che di tutti i passeggeri, a partire da oggi è in atto il fermo tecnico dei voli. È in corso di attuazione un piano volto alla riprotezione dei passeggeri. È stata senza dubbio una scelta difficile presa congiuntamente dagli azionisti. A nome degli azionisti e di tutto il Consiglio di Amministrazione, tengo a ringraziare personalmente voi tutti per il vostro apporto e impegno di questi anni”.

Sempre con la missiva, Spada informa che nelle prossime ore si procederà alla nomina di due liquidatori. Gli stessi azionisti di Air Italy, Alisarda e Qatar Airways attraverso Aqa Holding, fanno sapere che “a causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato hanno deciso all’unanimità di mettere la società Air Italy in liquidazione in bonis”. Allo stesso tempo, Air Italy conferma che “i voli passeggeri saranno garantiti sino al 25 febbraio negli stessi orari stabiliti. Successivamente i passeggeri saranno riprotetti o rimborsati”. “Inoltre – prosegue la compagnia – Air Italy continuerà a garantire i servizi contrattualizzati con il Ministero della difesa e gli oneri di servizio pubblico, per tutta la durata degli impegni assunti. Alisarda e Qatar Airways, soci rispettivamente al 51% e 49% della controllante di Air Italy, AQA Holding, si sono impegnati a garantire il pagamento di tutti i creditori, inclusi i fornitori di servizi aeroportuali”.

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Qatar Airways afferma che sarebbe stata pronta a fare la propria parte per proseguire nell’attività di Air Italy, ma ciò sarebbe stato possibile solo con l’impegno di tutti i soci. Lo si legge in una nota della compagnia dopo che l’assemblea di oggi ha stabilito la messa in liquidazione del vettore. “Fin dall`acquisizione effettuata il 28 settembre 2017 di una quota di minoranza in Air Italy, Qatar Airways – si legge – ha creduto fortemente nella compagnia e nel suo potenziale, supportando il business plan proposto dal management che avesse l`obiettivo di incrementare la crescita di Air Italy e la creazione di posti di lavoro, con l`aggiunta di nuove rotte di lungo raggio e un forte miglioramento dei servizi in volo, in linea con gli alti standard qualitativi di Qatar Airways famosi in tutto il mondo”.

Air Italy, nata due anni fa dalle ceneri di Meridiana, aveva come obiettivo quello di sostituire l’Alitalia. Mentre è in corso l’assemblea dei soci, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, in una dura nota, invita la compagnia a non prendere decisioni prima di un incontro al ministero, affermando che “non è accettabile la decisione di liquidare un`azienda di tali dimensioni senza informare prima il Governo e senza valutare seriamente eventuali alternative”. L’allarme era stato lanciato dai sindacati alle fine del mese scorso, con una lettera inviata al Governo sulla “gravissima situazione in essere” della società. Nella lettera, i sindacati di categoria lamentavano “il progressivo e rapido ridimensionamento dell’attività di volo e del network operato dalla compagnia e contestualmente la riduzione della flotta ad un numero di aeromobili sempre più esiguo”.

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Air Italy, nata grazie all’ingnezione di nuovi fondi da parte di Qatar Airways che ne ha assunto il 49%, lasciando il restante 51% all’Aliasarda dell’Aga Khan, aveva come obiettivo quello di raggiungere i 10 milioni di passeggeri al 2022, con 50 aeromobili. Eppure il 2018 lo ha chiuso con un rosso di poco più di 164 milioni di euro a causa anche del fermo degli aerei 737 Max e un fatturato di 266 milioni di euro. La compagnia, che ha circa 1.500 dipendenti, opera collegamenti nazionali da Milano Malpensa per Roma, Napoli, Palermo, Catania, Lamezia Terme, Olbia e, di recente, Cagliari, tutti programmati per consentire coincidenze con i voli intercontinentali come New York, Miami, Los Angeles, San Francisco e Toronto. Il network di Air Italy include anche voli diretti internazionali da Milano Malpensa per Accra, Cairo, Dakar, Lagos, Maldive, Mombasa, Sharm El-Sheikh, Tenerife e Zanzibar. Dalla base di Olbia Costa Smeralda Air Italy serve tutto l`anno Roma Fiumicino, Milano Linate, Milano Malpensa e Bologna e offre collegamenti stagionali con un ampio numero di aeroporti nazionali e regionali. La flotta di Air Italy è attualmente composta da otto Boeing 737 e cinque Airbus A330.

I SINDACATI

“Assistiamo alla messa in liquidazione nel totale silenzio e nell`indifferenza del Ministero della Sviluppo Economico e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Lo afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, sottolineando che “apprendiamo solo adesso di una tardiva convocazione dell`azienda da parte ministeriale, di fronte allo spettro del blocco dell`attività ci saremmo aspettati azioni ben più incisive da parte dei ministeri che erano stati informati da settimane attraverso le nostre denuncie”.

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“Non permetteremo – denuncia il segretario nazionale della Filt Cgil – che 1500 lavoratori vengano messi per strada nell`indifferenza di tutte le istituzioni. La messa in liquidazione di Air Italy è l`ennesimo atto predatorio da parte di imprese straniere nei confronti del lavoro nel nostro paese. Ci auguriamo inoltre – afferma Cuscito – che la giustizia italiana faccia chiarezza sulla gestione delle risorse di Air Italy che a fronte dell`ennesimo sacrificio posto in essere dai lavoratori negli ultimi anni ha sperperato tutte la risorse. Occorre a questo punto un`azione immediata per fermare questo grave atto irresponsabile ed un segnale di vita da parte dei ministeri competenti che impediscano il disastro occupazionale che sta avvenendo nel trasporto aereo. Ci mobiliteremo – annuncia infine il dirigente nazionale della Filt – con ogni tipo di azione, consentita dalla legge, perché i posti di lavoro siano tutelati, a cominciare dallo sciopero nazionale del settore del 25 febbraio, a cui ne seguiranno altri se la situazione non dovesse migliorare”.

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