Il temuto coronavirus approda anche in Africa. Il ministero della Sanità egiziano ha annunciato di aver registrato il primo caso di nuovo coronavirus nel continente africano. Si tratta di “un cittadino di nazionalità cinese” ha riferito il presidente dell’Associazione dei Medici di origine straniera in Italia, Foad Aodi, in contatto con i medici locali. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) è stata informata e il paziente, che non aveva “sintomi”, è stato trasferito in ospedale e messo in quarantena per le terapie del caso.
Intanto, in Cina scoppiano altri 5.090 nuovi casi di coronavirus, portanto il totale ufficiale a 66.492. Il People’s Daily China ha twittato i numeri più aggiornati: al totale vanno aggiunti 56 casi a Hong Kong, 10 a Macao e 18 a Taiwan. I morti in totale sono saliti a 1.523, mentre 8096 persone sono state dimesse dagli ospedali. Tuttavia, rispetto al precedente bollettino della China’s National Health Commission, che era fermo a 63.851 casi, si registra un incremento di 2.641. Un dato che, per quanto possa fare impressione in valore assoluto, rappresenta un significativo rallentamento nella diffusione del virus. Basti pensare i 5.090 casi di oggi e i 15 mila di due giorni fa. La Commissione sanitaria nazionale di Pechino ha anche precisato che sono morte 121 persone, portando così il dato dei deceduti in Cina a 1.380. La provincia di Hubei, con la sua capitale Wuhan, resta l’epicentro dell’epidemia, con ulteriori 4,823 casi. Lì, però, è il decimo giorno consecutivo che la corsa del contagio appare in rallentamento. La categoria più esposta nella lotta al coronavirus in Cina sono chiaramente i sanitari. La Commissione sanitaria nazionale di Pechino ha reso noto che finora 1.716 operatori della sanità – medici e infermieri – sono stati contagiati dal COVID-2019. E, tra loro, sei sono morti. Zeng Yixin, vicedirettore della commissione, ha precisato che gli operatori della sanità rappresentano il 3,8 per cento di tutti i contagiati.
LA GUERRA DEI NUMERI
L’Organizzazione mondiale della sanità cerca intanto di vederci chiaro sui nuovi criteri per il conteggio dei casi di Covid-19 in Cina. A Pechino è arrivata la richiesta formale dell’Oms di informazioni più dettagliate sui casi diagnosticati clinicamente – senza la conferma dei test di laboratorio – nella provincia di Hubei. In particolare, si legge nell’ultimo report sulla diffusione dell’epidemia, l’Oms chiede di sapere in quale fase dell’epidemia si sono verificati questi contagi e se i casi sospetti sono stati riclassificati come casi diagnosticati clinicamente. Si tratta di 13.332 casi non sottoposti ai test di laboratorio nell’Hubei, che la Cina ha notificato per la prima volta nei report solo qualche giorno fa.
IN ITALIA
L’ospedale Spallanzani di Roma attraverso l’ultimo bollettino fa sapere che due cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, casi confermati di infezione da nuovo coronavirus, continuano a essere ricoverati nella terapia intensiva del nostro Istituto. “Le loro condizioni cliniche sono stabili con parametri emodinamici invariati – dicono i medici -. Continuano terapia antivirale e la prognosi resta riservata. Le condizioni di salute del cittadino italiano di ritorno dalla città di Wuhan caso confermato di infezione da nuovo coronavirus, sono buone. Il paziente è afebbrile e asintomatico. Continua la terapia antivirale”. Sono stati valutati, fino a ieri, 66 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus e di questi, riporta sempre il bollettino medico, 57, sono risultati negativi al test, quindi sono stati dimessi. Nove pazienti sono tutt`ora ricoverati: 3 sono casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola) 5 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato. Un solo paziente rimane comunque ricoverato per altri motivi clinici. In caso di evoluzioni del quadro clinico, fa sapere lo Spallanzani, verranno dati immediati aggiornamenti. Intanto, è previsto in mattinata all`aeroporto di Pratica di Mare il rientro del volo di rimpatrio proveniente da Wuhan con a bordo Niccolò, lo studente 17enne di Grado costretto due volte, a causa della febbre, a restare nella città della Cina da dove si è diffusa l’epidemia di coronavirus.
SBARCANO I PRIMI PASSEGGERI DALLA DIAMOND
I primi 11 passeggeri sbarcano dalla Diamond Princess Un primo gruppo di 11 passeggeri, di 80 anni e oltre, risultati negativi ai test per il Coronavirus, è sbarcato dalla Diamond Princess, la nave da crociera messa in quarantena nella baia di Yokohama in Giappone, per essere trasferiti in alloggi protetti messi a disposizione dal governo. Lo ha confermato un funzionario del governo giapponese precisando che i passeggeri resteranno negli alloggi preposti fino alla fine della quarantena, il 19 febbraio. Un bus con i vetri oscurati è giunto al molo dove la nave è attraccata, con il conducente vestito da capo a piedi con indumenti protettivi, compresa maschera e occhialini. Sono oltre 200 le persone a bordo che risultano contagiate dal virus su 3.700 persone tra passeggeri ed equipaggio e tra i quali anche 35 italiani, da quando la Diamond si è fermata nella baia di Yokohama il 3 febbraio scorso ed è stata messa in quarantena.