Ruby bis, pene ridotte per gli imputati. Niente carcere per Mora e Minetti

Ruby bis, pene ridotte per gli imputati. Niente carcere per Mora e Minetti
13 novembre 2014

Niente carcere per Lele Mora e Nicole Minetti, che hanno visto le loro condanne ridotte in appello nel processo per il cosiddetto caso Ruby-bis. La condanna più alta è stata inflitta a Mora, che dovrà scontare sei anni e un mese per una pena che, però, comprende anche il fallimento della LM Management (in primo grado era stato condannato a sette anni, solo per la vicenda Ruby). I giudici della Terza Corte d’Appello di Milano hanno inoltre fissato in quattro anni e 10 mesi la condanna per Emilio Fede (contro i sette anni del primo grado) e hanno condannato a tre anni Nicole Minetti (in primo grado erano cinque anni). Dopo la lettura della sentenza Lele Mora si è detto soddisfatto e felice soprattutto per la consapevolezza che non dovrà tornare in carcere, ma nello stesso tempo per nulla pentito per il ruolo svolto nei festini “a luci rosse” di Arcore. “Non mi pento di quello che ho fatto – sono state le sue parole -. Se un uomo fa delle cose poi non deve pentirsene, altrimenti non è un uomo”. Il processo di primo grado si era chiuso a luglio 2013 con la condanna di Mora a 7 anni (solo in relazione alla specifica vicenda Ruby). Anche Nicole Minetti può tirare un sospiro di sollievo, secondo il suo legale, Pasquale Pantano, il quale ha spiegato che la condanna inflitta all’ex consigliere regionale del Pdl è stata ridotta da 5 a 3 anni perchè i giudici di Appello le hanno concesso le attenuanti generiche che invece non le erano state riconosciute al termine del processo di primo grado. E così l’ex igienista orale di Silvio Berlusconi “eviterà il carcere”, ha sottolineato Pantano tornando a insistere sulla competenza territoriale “che per noi è a Monza” e a battere il taso “dell’incostituzionalità della norma sul favoreggiamento della prostituzione”. Argomentazioni giuridiche che, ha annunciato, “verranno riproposte in Cassazione”.

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