Dior torna agli anni ’70 e ai tempi della rivoluzione femminista che ebbe un forte impatto anche sulla moda. Maria Grazia Chiuri, nella collezione autunno-inverno presentata alle sfilate di Parigi ha ripescato nei suoi diari e negli album di quando da adolescente era a Roma con sua madre e vedeva tante donne determinate a rompere gli stereotipi e ad affermarsi in un mondo prettamente maschile. Foto, ricordi e look che l’hanno ispirata. “Ricordo le donne che andavano nell’atelier di mia madre che volevano definire attraverso gli abiti la loro identità e modo di essere”.
Un collezione realizzata in collaborazione con il collettivo artistico Claire Fontaine, conosciuto per le installazioni al neon con slogan femministi. In passerella minigonne a quadretti o calzoncini, gambaletti a rete e ballerine, foulard e fasce larghe in testa, tante giacche maschili accanto ad abiti lunghi scintillanti e trasparenti. E’ una donna rivoluzionaria e in cerca di libertà quella a cui si riferisce. “Sicuramente il fatto che c’è stato questo grande movimento di liberazione della donna, cioè la donna voleva in qualche modo affermare la sua specificità, capacità di non essere solo madre, moglie, figlia ma di essere una persona con molti aspetti”. E in prima fila ad applaudire c’erano tra le altre Carla Bruni, Andie MacDowell e Cara Delevigne.