L’assistenza si fa con la realtà aumentata

5 aprile 2020

In un momento in cui, a causa della pandemia di Covid-19, l’isolamento e il distanziamento sociale sono diventate la regola da seguire per limitare le occasioni di contagio, l’assistenza domiciliare – per esempio per una riparazione in casa – si può fare a distanza grazie alla realtà aumentata. La soluzione arriva dall’azienda Pikkart di Modena che ha messo a punto la piattaforma digitale AR Assistance 4.0.

“L’applicativo mobile – ha spiegato il marketing manager di Pikkart, Niccolò Barone – permette di comunicare tramite la condivisione audio/video in real time, abbinato a una tecnologia di realtà aumentata che acquisisce le immagini e riconosce gli oggetti sovrapposti alla condivisione audio e video. Quindi si riesce a sovrapporre immagini delle proprie mani e degli strumenti utilizzati e condividerle in tempo reale durante la proiezione delle immagini o del video che si condivide in quel momento”. In pratica basta inquadrare con uno smartphone o un tablet il pezzo danneggiato o difettoso e un tecnico specializzato in tempo reale sarà in grado di dirci cosa e come fare per ripararlo. Qeusta piattaforma è un esempio di come ricerca e tecnologia possano trovare una sintesi efficace in soluzioni che chiunque può utilizzare a costi contenuti – ha spiegato Lorenzo Canali, CEO di Pikkart – un valore aggiunto soprattutto in un momento di forti restrizioni come questo causato dal coronavirus.

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CHE COSA E’ LA REALTA’ AUMENTATA

La AR (augmented reality), come viene chiamata in gergo, arricchisce la realtà con tutta una serie di informazioni da sovrapporre a quello che vedono gli occhi. La realtà aumentata è una tecnologia, relativamente recente, e in continua evoluzione. Se volessimo definirla, in maniera molto generica, si potrebbe dire che è la rappresentazione di una realtà alterata in cui, alla normale realtà percepita dai nostri sensi, vengono sovrapposte informazioni artificiali e virtuali. La realtà aumentata inizia a diventare di domino pubblico grazie ai Google Glass che, tramite un piccolo display posizionato sopra l’occhio, riempie il campo visivo di dati e informazioni sull’ambiente circostante di chi lo indossa. Ma concetto di AR, però, ancora prima di conquistare l’intero settore mobile, – quindi smartphone, laptop, tablet, occhiali e visori abbinati ad appositi software o applicazioni – muove i primi passi in ambiti molto più tecnici e specifici come quello militare, della ricerca scientifica e della medicina.

GOOGLE CI CREDE

Da Layar, ai Google Glass, il passo è breve. Il colosso di Mountain View coglie al volo le potenzialità dell’augmented reality, e con la mole di contenuti che gli arriva dai suoi innumerevoli servizi web, fa fare un ulteriore salto in avanti a questa tecnologia dal sapore fantascientifico. L’utente indossa gli occhialini e, usando semplicemente la voce o il touchpad integrato, fa ricerche su Google, scorrazza per il web, dà un’occhiata ai social network o legge le notizie online. Ma, poiché i Google Glass sono in costante comunicazione con lo smartphone, l’utente può anche telefonare, visualizzare e inviare SMS, scattare foto o registrare video da condividere, oppure farsi aiutare da Google traduttore o dalle Google Maps quando si è in difficoltà con una lingua straniera o una destinazione da raggiungere. Una tecnologia, insomma, che inizia gradualmente a cambiare il modo di vedere il mondo.

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