Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha suggerito oggi che prenderà in considerazione l’idea di spostare l’apertura dell’anno scolastico e accademico a settembre, dopo che l’anno scolastico passato è stato bruscamente interrotto a causa dell’epidemia COVID-19. Lo riferiscono i media nipponici. “Vorrei considerare varie opzioni”, ha detto Abe parlando alla Camera dei Rappresentanti e facendo riferimento all’ipotesi di riaprire le scuole a settembre. Abe ha comunque ammesso che una decisione del genere avrebbe conseguenze importanti non solo su alunni e studenti, ma anche sulle famiglie e sulla società nel suo complesso. In Giappone l’anno accademico e scolastico s’inaugura nel mese di aprile. La gran parte delle scuole ha chiuso i battenti alla fine di febbraio, su richiesta del governo.
Il 6 maggio, alla scadenza dello stato d’emergenza proclamato dall’esecutivo di Tokyo, è prevista l’apertura del nuovo anno scolastico. Ma sta crescendo l’opinione che questa debba essere spostata a dopo l’estate. Questo cambiamento è visto come un’ipotesi strutturale da diverse componenti della politica giapponese. La governatrice di Tokyo Yuriko Koike, che dal primo momento è stata fautrice di una linea più dura rispetto al primo ministro nell’affrontare il coronavirus, ha appoggiato l’idea di spostare l’inizio dell’anno scoslastico, sottolineando che questo allineerebbe il Giappone alla gran parte degli altri paesi. “Se il nuovo semestre inizia a settembre, asili, scuole elementari, scuole medie inferiori e superiori e anche i tempi del reclutamento nel mondo del lavoro cambiano”, ha sottolineato Koike, segnalando l’importanza della scelta. “E’ – ha aggiunto – un’opportunità per cambiare grandemente la società”. askanews