Assume sempre più forma di un pasticcio quello degli assistenti civici. Il governo Conte 2 non è solo nel caos ma segna una spaccatura al suo interno proprio sulla nascita di questo esercito di 60 mila volontari che dovrebbero frenare le movide ma “non saranno incaricati di pubblico servizio – spiegano dal Governo – e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”. In sostanza, questi volontari dovrebbero essere una sorta di buoni samaritani? Intanto, il capo politico reggente dei 5stelle avverte gli alleati di governo.
“Prima di parlare di accordo politico sugli assistenti civici serve un confronto politico”, puntella Vito Crimi, al termine di una giornata caratterizzata da tensioni politiche su questo tema, accogliendo con favore “il passo indietro sull’ordinanza e che si sia chiarito che nessuna gestione della sicurezza sarà affidata a dei volontari: la sicurezza è una cosa seria. Il governo ha già dislocato oltre 2.300 volontari nelle varie strutture ospedaliere, RSA, carceri con importanti risultati, questo è un fatto”, dichiara Crimi. “I ministri tecnicamente coinvolti – Interno e Lavoro – hanno chiarito quali sono i possibili utilizzi dei volontari da parte dei comuni, ma prima di parlare di accordo sull’iniziativa serve un confronto politico”, conclude il capo politico del M5s.
Frattanto una nota di Palazzo Chigi precisa: “Quella degli assistenti civici è un’iniziativa che si inserisce nell’alveo di quelle già assunte dalla Protezione civile, che hanno portato a dislocare oltre 2.300 volontari nelle varie strutture ospedaliere, nelle Rsa e nelle carceri”. Come frenare la movida, che rischia di riportare in alto i numeri del contagio da coronavirus, è il principale problema da affrontare con l’avvio della Fase 2. La politica si indigna davanti a foto e video degli assembramenti attorno all’aperitivo, ma non sembra voler reclutare volontari che, forse, rischiano di creare più scontento (se non risse) che risultati concreti. Il solo annuncio di una “guardia civile” scatena un polverone. Per questo il premier Giuseppe Conte convoca una riunione per cercare la quadra con i colleghi di governo. Ma finora non è stata trovata come ha già precisato Crimi. O come il viceministro al Mise, il pentastellato Stefano Buffagni, che è del tutto contrario alla nascia dei 60mila “buoni samaritani”.
Va ricordato che domenica sera, in diretta al Tg1, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (Pd) aveva spiegato di aver siglato un accordo con le Regioni e i sindaci d’Italia, raggruppati nell’Anci, per permettere l’arrivo di 60mila persone in piazze, parchi e spiagge sempre più affollati dagli avventori che vi si riversano spesso senza una protezione sul viso. Mostrando la pettorina blu con la scritta “assistente civico”, Boccia ha spiegato che i volontari, selezionati tramite bando, “saranno a disposizione dei sindaci, con il loro sorriso e la loro educazione, e ricorderanno nei luoghi dell’assembramento che bisogna fare ancora qualche sacrificio, mantenere le distanze e avere la mascherina, per tutelare con questi atteggiamenti i nostri cari”.
Le scene degli spritz padovani e veronesi, dell’aperitivo sui Navigli di Milano o ai Murazzi di Torino, insomma, non devono ripetersi. Anche perché, come ripete Boccia, se la curva del contagio risalisse sarebbe necessario limitare nuovamente libertà e spostamenti. Ma se i primi cittadini, alle prese quotidiano con denunce e filmati dai telefonini, vorrebbero il controllo dei volontari, la politica nazionale esprime forti perplessità. Dal Viminale, si sottolinea che la decisione è stata presa senza una preventiva consultazione, e si chiede che le nuove figure non comportino compiti aggiuntivi per prefetture e forze di polizia. Italia Viva parla di una iniziativa da bocciare, e annuncia un’interrogazione.
Dalla Lega, il segretario Matteo Salvini prima canzona “la sinistra italiana da sempre contro le ronde di cittadini”, quindi canta vittoria dopo la mezza marcia indietro del governo. Simile la posizione di FdI e di FI, dove il vicepresidente di Antonio Tajani sostiene che gli assistenti civici sarebbero inutili, simili ai “colectivos del regime di Maduro”. Insomma, meglio affidare i controlli a forze dell’ordine, polizia locale e militari. Antonio Decaro, sindaco di Bari e rappresentante dei primi cittadini d’Italia, difende invece il bando della Protezione civile che dovrebbe essere pubblicato per selezionare i volontari.
“Non sono ronde, ma distributori di buona educazione – sottolinea Decaro -. Serviranno nei parchi o nei mercati per contare gli ingressi. Li useremo anche per distribuire generi alimentari e farmaci”. Il presidente dell’Anci, ricorda che “il governo ci ha proposto di individuarli attraverso un bando della protezione civile nazionale. Ai sindaci non interessa come arriveranno i volontari o come si chiameranno, vogliamo solo essere messi nelle condizioni di gestire questo momento difficile per tutti”.