Un nuovo probiotico per combattere stress e alleviare tensioni

28 maggio 2020

I probiotici come strumento per combattere anche lo stress e, più in generale, contribuire a migliorare il benessere emotivo. In particolare, la novità arriva da uno studio pubblicato su Beneficial Microbes, del quale abbiamo parlato con il professor Gianluca Serafini dell’Università di Genova. “Lo studio – ha detto ad askanews il docente associato di Psichiatria e dirigente medico IRCSS Ospedale San Martino Genova – è molto interessante e ben articolato, recentemente pubblicato, e ci mostra, su un campione di 111 soggetti affetti da stress moderato, quale sia stata l’azione del Lactobacillus Plantarum DR7. Lo studio è in doppio cieco, randomizzato e controllato, e ha permesso di osservare come nei soggetti a cui era stato somministrato il DR7 effettivamente si aveva un’attenuazione statisticamente significativa dei livelli di stress e dei livelli di ansia. Nel contempo si notava anche una riduzione delle citochine proinfiammatorie, che sono dei mediatori importanti del danno, e quindi un’attenuazione della risposta infiammatoria immunitaria abnorme che può essere presente in alcune specifiche condizioni psichiatriche”.

In particolare il professor Serafini ha poi parlato dei risultati riscontrati. “La somministrazione del DR7 – ha spiegato – si associava anche a un miglioramento in termini di performance cognitiva, specificamente nei dominii dell’attenzione, della memoria, di alcune funzioni emotive e dell’apprendimento”. Per affrontare più nel dettaglio gli aspetti emersi in questo specifico ambito, ci siamo confrontati con il professor Bernardo Dell’Osso dell’Università di Milano, in primis sul tema dell’asse intestino-cervello. “Insieme all’epitelio intestinale – ci ha spiegato il direttore della Clinica psichiatrica Ospedale Sacco – il microbiota forma una vera e propria barriera intestinale il cui stato di salute influenza anche lo stato di salute generale dell’individuo. Una barriera intestinale sana permetterà un corretto scambio funzionale mentre una danneggiata non sarà in grado di svolgere le proprie funzioni, con conseguenze e ripercussioni sullo stato di salute dell’individuo”. I probiotici da tempo sono usati nella cura delle patologie direttamente connesse all’intestino, mentre l’utilizzo nella cura delle malattie psichiatriche è una relativa novità.

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“La loro applicazione nell’area della salute mentale – ha aggiunto Dell’Osso – è certamente a uno stadio più precoce. Nondimeno, dalle evidenze che interventi sul microbiota nel modello animale si sono mostrati in grado di modificarne l’interazione sociale e una serie di altri modelli comportamentali, si è passati a esaminare i pazienti con diversi disturbi ascrivibili all’area della salute mentale per valutare se questi presentassero delle differenze nella composizione del microbiota intestinale rispetto ai controlli sani e poi quali fossero le possibilità terapeutiche attraverso nutraceutici, prebiotici o probiotici”. E dunque questo ambito apre al Lactobacillus Plantarum DR7 interessanti prospettive di applicazione. “Certamente – ha detto il professor Dell’Osso – non vi è alcun dubbio sul fatto che vi sia un grande entusiasmo sul microbiota come target d’intervento nei pazienti con disturbi psichiatrici. Considerando l’area di intervento con prebiotici, probiotici e nutraceutici come una sorta di quarto polo di trattamento, accanto alle terapie farmacologiche, alle psicoterapie e alle terapie di neuromodulazione”. “Il DR7 – ha concluso il professor Serafini – si è rivelato assolutamente sicuro, privo di tossicità, rispettando tra l’altro i requisiti di sicurezza a livello nazionale ed europeo e quindi non ci sono particolari precauzioni da adottare in questo senso”.

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