Giardini del Palazzo Reale Palermo, “Omaggio ai poeti arabi in Sicilia”

20 novembre 2014

Il segreto dell’unità dei popoli sta tutto nel rinnovamento intellettuale, della vita, dello scambio di idee ma, più di ogni altra cosa nella forza del dialogo oltre ogni frontiera; oltre ogni confine. È questo il senso del gemellaggio tra la poesia italiana e la poesia araba dell’appuntamento di venerdì 21 novembre alle 18, Giardini del Palazzo Reale di Palermo, dal titolo “Omaggio ai poeti arabi in Sicilia”. Un’iniziativa promossa ed organizzata dalla fondazione Federico II con la preziosa collaborazione della Fondazione Orestiadi di Gibellina. L’appuntamento di venerdì verterà, essenzialmente, sulla poesia di frontiera e sull’antica tradizione marinara mediterraneo-tunisina del poeta Moncef Ghachem; passando sul prestigio internazionale del poeta iracheno Jabbar Yassin Hussin e la sua preziosa attività nel campo dell’informazione culturale; chiudendo poi con la poesia amorosa e nostalgica di luoghi ed emozioni del turco Özdemir Ince. Essendo un gemellaggio, l’appuntamento prevede anche i recital e i contributi di scrittori e poeti italiano della levatura di Valerio Magrelli, Maria Attanasio, Roberto deidier, Biancamaria frabotta, Jolanda Insana, Emilio Isgrò, Elio Pecora e Marilena Renda. La presenza della poesia araba in Sicilia risale, già, a Federico II, quando la Sicilia divenne crogiolo e crocevia d’importanti culture. Con lo stesso Federico la Sicilia possedeva quell’humus necessario per esprimere una grande letteratura, indipendente e nuova per una straordinaria e felice congiuntura di studi, di grandi imprese politiche, di uomini. Proprio in questo ambiente, che vogliamo far rivivere nei Giardini del Palazzo Reale, nasce la scuola poetica siciliana. Alla corte di Federico affluiscono i Provenzali e Ciullo D’Alcamo conosciuto per aver composto i primi versi in lingua volgare di quello che, nonostante i vari dibattiti, è considerato il più antico documento della letteratura siciliana.

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