La maggior parte dei repubblicani si è espressa in modo netto contro la politica del presidente Barack Obama sull’immigrazione e il suo piano per regolarizzare fino a cinque milioni di persone senza documenti. Ci sono però alcuni leader che sono preoccupati che il loro partito, in questo modo, allontani il gruppo di elettori che più sta crescendo, quello dei latinoamericani, mettendo a rischio le elezioni del 2016 e quelle successive.
A parlarne è il New York Times. Il punto di partenza è rappresentato dalle analisi ufficiali del partito repubblicano su ciò che è andato male nel 2012, quando il candidato Mitt Romney chiese ai latinoamericani senza permesso di “tornare a casa autonomamente”. “Se i latinoamericani credono che non li vogliamo qui – si legge nel rapporto – non ci ascolteranno”. “Sia il presidente, sia i repubblicani affrontano dei rischi” ha detto Bill McInturff, sondaggista repubblicano.
Se per Obama il pericolo è quello che le sue azioni siano percepite come una forzatura dei suoi poteri, “il rischio per i repubblicani è di opporsi alla sua azione nel modo sbagliato, alienandosi le simpatie della comunità latinoamericana” ha detto McInturff. Il modo in cui i due partiti gestiranno i rispettivi rischi nella battaglia per attrarre il pubblico consenso definirà gli ultimi due anni della presidenza di Obama e la sfida per scegliere il suo successore.
La sfida più grande sembra essere quella dei repubblicani, che dovranno contrastare Obama senza far sembrare la loro lotta una battaglia contro le minoranze, che rischiano di perdere come hanno perso il sostegno degli afroamericani nell’epoca delle lotte per i diritti civili. A gennaio, poi, nel nuovo Congresso si sederanno più esponenti su linee molto conservatrici, pronti a portare ai limiti la lotta contro Obama.
Un sondaggio del Wall Street Journal e di Nbc News mostra che il 48% degli americani ha bocciato la decisione di Obama di agire unilateralmente, mentre il 38% l’ha approvata. Il 57%, però, è a favore di un percorso verso la cittadinanza per gli irregolari e il 74% è a favore di un percorso che costringerebbe gli illegali a pagare multe e tasse arretrate e di passare i controlli sul certificato penale: in pratica, come previsto dal disegno di legge passato in Senato dai democratici, e fermato poi dai repubblicani.