Finita la grande ondata, almeno in Italia, il virus lancia squilli di presenza attraverso focolai più o meno circoscritti, tutti nati in ambienti chiusi o comunque promiscui, se non in famiglia, tutti comunque capaci di far impennare i casi nelle regioni che li ospitano, chiamate a intervenire con estrema rapidità per evitare che la scintilla diventi un incendio. E così a Mondragone è arrivato il contingente di 50 militari inviato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per rafforzare il presidio di vigilanza nella mini zona rossa dei palazzi ex Cirio nel Casertano e dove momenti di tensione sono stati vissuti nel pomeriggio per alcuni manifestanti italiani che presidiano il varco d’accesso, cercando di violare la zona rossa. La polizia, in tenuta antisommossa, è dovuta intervenire per allontanarli.
Nessuno è rimasto ferito, ma secondo alcune ricostruzioni dei fatti, un bulgaro avrebbe lanciato una sedia dal balcone e i manifestanti avrebbero risposto lanciando pietre e sfondando i finestrini delle auto dei bulgari parcheggiate. Poi hanno mostrato le targhe delle vetture a mo’ di trofeo. Sotto al palazzo si è radunata una folla che accusa anche la polizia di “essere stata troppo permissiva coi bulgari”. Sempre oggi, in aggiunta al dispositivo territoriale, sono stati messi a disposizione della questura di Caserta 40 appartenenti alle forze di polizia, ai quali se ne aggiungeranno altri 30 nella giornata di domani. Tra i braccianti bulgari che vivono nei palazzoni della ex Cirio è scoppiato un focolaio di coronavirus e sono scoppiate anche le tensioni, sia dei braccianti bulgari contro la cordonatura sanitaria, sia degli altri residenti che mal sopportano i lavoratori stranieri.
A Mondragone, precisa l’Unità di crisi della regione Campania, alle ore 18 di oggi i tamponi esaminati da inizio screening, cioé sabato 20 giugno, sono stati 727; quelli risultati positivi sono 43. L’Unità di Crisi della Regione Campania chiarisce che i dati forniti quotidianamente, come sempre avvenuto fino ad oggi, si riferiscono alle comunicazioni alle 22 del giorno precedente. I primi casi sono emersi lo scorso sabato 20 giugno quando una donna di nazionalità bulgara si è recata presso l’ospedale di Sessa Aurunca per partorire ed è risultata positiva al Coronavirus. Subito dopo si è registrato un altro contagio, sempre di un suo connazionale. L’Asl ha fatto così partire le operazioni per verificare se vi fossero altri casi positivi e un’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha previsto una zona rossa per i cinque edifici dell’area Cirio all’interno dei quali vi sono circa 700 persone tra italiani, ucraini, bulgari, tunisini, marocchini, russi, romeni, polacchi e moldavi nonché cittadini del Brasile e del Venezuela.
I test sono stati eseguiti a tutti i residenti della zona e i positivi sono quasi esclusivamente della comunità bulgara e tutti asintomatici. Alcuni dei contagiati sono stati trasferiti presso il Covid Hospital di Maddaloni, mentre la zona è presidiata dalle forze dell’ordine che, con posti di blocchi e lampeggianti, stanno monitorando che nessuno si allontani. E’, comunque, probabile che qualche residente nei Palazzi Cirio sia sfuggito ai controlli forse per paura di perdere il posto di lavoro soprattutto di braccianti agricoli: molti dei residenti, infatti, non hanno il permesso di soggiorno in Italia. Dai palazzoni di Mondragone, sul litorale Casertano, ai magazzini della ditta di logistica Bartolini a Bologna, dove oltre una quarantina di operai sono risultati positivi al Covid 19, un dato che ha fatto rialzare il bilancio dei positivi in regione Emilia Romagna.
Nella sola giornata di oggi, giovedì 25 giugno, sono stati sono stati sottoposti a tampone “altri 170 lavoratori, tutti i drivers ed i dipendenti operativi della filiale” bolognese della Bartolini dove si è registrato un focolaio di Coronavirus: a comunicarlo è la stessa azienda di trasporti merci e consegne di Bologna. A questi 170 si aggiungono altri 200 tamponi fatti nei giorni scorsi che portano, quindi, ad un numero complessivo di 370 lavoratori sottoposti al test. Brt Corriere Espresso “sta seguendo e gestendo con estrema attenzione l’evolversi della situazione legata al cluster Covid-19 verificatosi nel proprio magazzino di Bologna Roveri, e originato da lavoratori di servizi logistici di magazzino gestiti da una società esterna.
L’azienda – si spiega in una nota – si è prontamente attivata in stretta collaborazione con l’Azienda sanitaria locale in via precauzionale, al fine di contingentare e razionalizzare le attività operative e contemporaneamente per la verifica della diffusione del contagio, in rigorosa conformità al Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavorò”. Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, “i piccoli focolai segnalati nelle ultime ore ci dicono che la battaglia non è ancora vinta e che serve gradualità e prudenza nelle prossime settimane”.