L’Italia al palo, Conte tenta un’accelerata: perso ventennio, ora semplificazioni e fisco

4 luglio 2020

Consapevole che, nelle ultime settimane, i litigi tra i partiti hanno causato (o almeno dato l’immagine) di un governo fermo sulle gambe, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte cerca di accelerare. Quella che si apre lunedì appare come una settimana decisiva per dare il segnale di un’Italia che riparte.

Tra lunedì e martedì il premier vuole portare in Consiglio dei ministri, dopo alcuni giorni di rinvii e di vertici andati a vuoto, il decreto semplificazioni, quello che definisce “la madre di tutte le riforme”. “Con il dl semplificazioni, che approveremo all’inizio della prossima settimana – ha detto intervenendo al Consiglio nazionale della Uil – metteremo in campo misure per dare impulso agli investimenti senza far venire meno controlli rigorosi, anzi stiamo mettendo a punto controlli più efficaci”. Dal premier, su questo, è venuto un nuovo messaggio alla recalcitrante maggioranza: “Dobbiamo essere coraggiosi: non possiamo pensare che per episodi di sacche di illegalità questo Paese non debba correre. Non è possibile esitare, questo è il momento del coraggio”.

Il presidente del Consiglio, però, sa che a cittadini e aziende questo non può bastare. Per questo approfitta della palco della Uil, alla Nuvola di Roma, per annunciare la ripresa del lavoro sulla riforma fiscale. “Un’altra priorità del governo – spiega – è la riforma fiscale organica: la prossima settimana a Palazzo Chigi ripartirà il tavolo della riforma fiscale. Una riforma fiscale non si fa in pochi giorni ma il Paese ne ha assoluto bisogno. La riforma procederà in tre direzioni: la semplificazione, il contrasto all’evasione fiscale, anche tramite la promozione dei pagamenti digitali, e l’aumento dei redditi disponibili in favore di chi lavora e chi produce”. Per il premier “quello che l’Italia ha vissuto fino ad oggi è un ventennio perduto” e adesso “stiamo invertendo questa linea di tendenza”. Non è dunque vero, assicura, che il suo governo sia “attendista, incapace di prendere decisioni risolute”, anzi, “ha assunto decisioni mai prese nella storia repubblicana”, con scelte “ferme e risolute” e “siamo pronti a prenderle anche nel futuro”.

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Conte è comunque consapevole che la situazione è assai pesante e che lo attende un autunno caldo. Per questo cerca di cementare un rapporto di confronto con i sindacati confederali. “Il dialogo deve essere franco, aperto non ci dobbiamo prendere in giro. Significa raccogliere il vostro contributo ma significa anche una distinzione di ruoli, significa mantenere anche la propria posizione”, dice dal palco, prima di avere un colloquio riservato di oltre mezz’ora con Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, appena eletto segretario della Uil. Questo il percorso sul fronte interno, che però è strettamente legato a quanto succederà a Bruxelles nel Consiglio europeo del 17 e 18 luglio. Per questo Conte volerà martedì e mercoledì in Portogallo e Spagna prima della tappa del 13 a Berlino. Un piccolo “tour” per cercare di saldare l’alleanza e sbloccare quel Recovery Fund di cui l’Italia ha assoluto bisogno. askanews

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