Esplosione a Beirut, il governo libanese si è dimesso

10 agosto 2020

Dopo le proteste dei giorni scorsi, seguite all’esplosione che ha devastato il centro di Beirut martedì, il governo libanese si è dimesso. Lo ha annunciato il ministro della Salute Hamad Hasan come hanno riferito media locali. Interpellato dai giornalisti al termine di una riunione del gabinetto sul destino dell’esecutivo, il ministro ha detto: “Sì il governo si è dimesso”, come ha riportato l’emittente satellitare LBCI. La stessa emittente ha riferito che “molte persone si sono riversate sulle strade e le piazze nel centro della capitale non appena si era diffusa la notizie delle dimissioni”.

Fino a stamani, si sono registrati nuovi scontri e questa volta vicino al Parlamento, a Beirut tra le forze dell’ordine e un gruppo di manifestanti, nella seconda giornata consecutiva di proteste seguite alla devastante esplosione del 4 agosto nel porto della città. Le forze di sicurezza hanno risposto con i gas lacrimogeni ai lanci di pietre e petardi dei manifestanti. Di fronte alla tragedia e alla rabbia della popolazione, che da mesi chiedeva le dimissioni del governo di Hassan Diab accusato di corruzione, incompetenza e negligenza, nel giro di poche ore prima che il governo tutto gettasse la spugna si sono dimessi prima la ministra dell’Informazione Manal Abdel Samad e poi il collega all’Ambiente e allo Sviluppo Amministrativo Damianos Kattar. “Di fronte all’enorme catastrofe (…) e un regime sterile che ha perso molte opportunità, (..), ho deciso di dimettermi dal governo”, ha annunciato Kattar in un comunicato come ha riportato l’emittente LBCI. “In questo momento di dolore che unisce i libanesi, vedo speranza nella capacità dei nostri giovani di portare avanti un nuovo Libano che risponda alle loro aspirazioni e ai loro sogni” ha concluso.

Leggi anche:
La Russia alza la tensione: il missile Oreshnik e la minaccia all’Europa

Intanto, il bilancio dell’esplosione di un deposito di fertilizzante che martedì scorso ha devastato il centro di Beirut è salito a 220 vittime, mentre i dispersi, molti dei quali lavoratori stranieri, sono ancora 110. Il nuovo bilancio del disastro che ha distrutto il porto della capitale libanese è stato fatto, secondo quanto riferiscono i media locali, dal governatore Marwan Abboud. L’esercito ha revocato le ricerche nell’area del porto, dove non è stato trovato alcun sopravvissuto. L’esplosione ha lasciato senza casa 300mila persone,mentre centinaia di migliaia in città vivono ora in case gravemente danneggate. Secondo le stime del governo libanese i danni causati dal disastro ammontano a tre miliardi di dollari, mentre l’impatto sull’economia del paese potrebbe toccare i 15 miliardi.

Cinque giorni dopo la terribile esplosione che ha devastato Beirut, frattanto la comunità internazionale si è mobilitata stanziando un piano d’emergenza da 250 milioni di euro, promettendo che sarà distribuito “direttamente” alla popolazione e chiedendo un’indagine “trasparente” sulle cause del disastro. E alla bonifica dell’area e allo studio di quanto accaduto il 4 agosto nel porto di Beirut collaborano anche tecnici e specialisti dei vigili del fuoco italiani, arrivati in Libano dopo le esplosioni. Tra le operazioni, per esempio, dopo la verifica con la termocamera della presenza di focolai attivi nel relitto della nave scaraventata dall’esplosione sulla banchina, i vigili del fuoco italiani sono entrati nella stiva spegnendo le fiamme residue. Stabilita l’assenza all’interno di sostanze pericolose, è stata fatta una prima ispezione senza riscontrare la presenza di vittime.

Leggi anche:
Il vicepresidente del CSM si schiera col governo: stop al “diritto creativo” dei magistrati
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti