I giochi di potere di Kim Jong Un: cosa accade in Nordcorea?

I giochi di potere di Kim Jong Un: cosa accade in Nordcorea?
Kim Jong Un e la sorella Kim Yo Jong
22 agosto 2020

Cosa sta succedendo in Corea del Nord? La domanda è consueta: il paese più impermeabile all’informazione globale del mondo è spesso un enigma. Tuttavia se ci sono momenti in cui dietro le defaillance dell’informazione c’è semplicemente la mancanza di notizie del regime, ce ne sono altri in cui notizie ne arrivano tante e contraddittorie, per cui si capisce bene che qualcosa sta accadendo, ma non è possibile delinearne i precisi contorni. Il momento attuale sembra appartenere al secondo caso. Nello scorso mese i media di stato nordcoreani hanno dato notizia di un numero assai inconsueto di riunioni e incontri. Il rispettato sito di analisi sulla Corea del Nord 38 North le ha messe in fila: Commissione militare centrale e riunione ristretta a porte chiuse della stessa commissione (18 luglio); riunione “di emergenza” del Politburo (25 luglio); riunione del “Consiglio politico esecutivo” del Partito dei lavoratori di Corea (5 agosto); Politburo (13 agosto); Plenum del Comitato centrale del Partito (19 agosto).

Il leader Kim Jong Un tendenzialmente convoca più riunioni del partito rispetto a quanto non facesse il padre, Kim Jong Il. Anche perché, rispetto al genitore, il giovane leader nordcoreano sembra avere un occhio maggiormente rivolto al Partito potere di quanto non facesse il genitore, che aveva incentrato il suo potere sulla politica del Songun (“prima l’esercito”). Tuttavia una raffica di riunioni così fitta non s’era mai vista. Ne sono uscite alcune novità piuttosto rilevanti, ma il cui effettivo peso nel proseguimento delle politiche del regime dovrà essere valutato. Intanto il leader avrebbe delegato alcuni poteri a importanti personalità del partito, la principale delle quali è la sorella, Kim Yo Jong. Questo ha fatto dire a diversi osservatori che si è instaurata una specie di diarchia. Probabilmente tale valutazione è ancora matura e dovrà fare i conti con quanto accadrà in un futuro prossimo.

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A dare questa notizia sono stati i servizi segreti sudcoreani, secondo i quali Kim Yo Jong avrebbe ottenuto il compito cruciale di tenere i rapporti con la Corea del Sud e con gli Stati uniti. Ma ci sono degli elementi che stonano. Per esempio, la giovane sorella del Leader – che è membro non permanente del Politburo e vicedirettrice di un dipartimento del Partito – si è assentata dalle ultime due riunioni importanti, compreso l’ultimo Politburo, in cui è tornata dal mese di aprile. Questo potrebbe non voler dire nulla e potrebbe voler dire molto. Secondo 38 North, d’ora un poi Kim Yo Jong “potrebbe funzionare come ‘gatekeeper’ su alcune questioni, che le darebbe una certa influenza come sempre hanno queste personalità, ma questo non è la stessa cosa che avere un’autorità decisionale”.

Alcuni osservatori, in realtà, ritengono che il leader nordcoreano potrebbe non aver apprezzato la gestione della campagna anti-Corea del Sud di alcune settimane fa, che poi lui ha interrotto, e un certo presenzialismo della sorella minore alla quale si dice sia sì molto affezionato, ma sappiamo anche che l’essere parente stretto non mette necessariamente al riparo dall’ira di Kim Jong Un. Il ruolo della sorella, insomma, resta ancora da chiarire. E altrettanto va capito cosa stia accadendo nel complesso della nomenklatura nordcoreana. Proprio l’inflazione di riunioni anche di alto livello fa ritenere che sia in corso un cambiamento su vasta scala del personale politico del regime. D’altronde in questa direzione è già andata la decisione del 13 agosto di rimpiazzare il premier Kim Jae Ryong con Kim Tok Hun. E’ stato un passaggio di consegne morbido – Jae Ryong è stato nominato vicepresidente del partito – ma comunque un cambio importante, anche per la motivazione che la Commissione affari di stato ne ha dato, inquadrata sul tema della “capacità di lavoro organizzativo economico”.

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Il tema dell’economia in effetti è cruciale. Il paese, dalle poche notizie che arrivano, è in grave difficoltà. Nell’ambito del Plenum del Comitato centrale è stato annunciato che a gennaio ci sarà un congresso del Partito nel quale verrà presentato un nuovo piano quinquennale. Comincia quindi un processo delicato e faticoso per modificare la situazione economica portandola in linea con i desiderata del Leader. Un personaggio chiave di questa fase potrebbe essere un’altra donna, non Kim Yo Jong. Si tratta di Pak Myong Sun, appena eletta a sua volta membro non permanente del sancta sanctorum del partito, il Politburo, oltre che direttrice di un dipartimento, probabilmente quello dell’industria leggera. Con un aspetto piuttosto arcigno, che contrasta con quello di Kim Yo Jong, è l’unica donna a capo di un dipartimento e l’unica altra componente femminile del Politburo oltre alla sorella del Leader. Ha avuto recentemente un’accelerazione di carriera imponente ed è spesso apparsa accanto a Kim durante le sue visite a industrie.

Anche da questo punto di vista, in ogtni caso, gli interrogativi sono più delle risposte. E a contribuire alla situazione fumosa in cui ci si trova quando si parla oggi della Corea del Nord, contribuisce anche la pandemia. Kim ha sostanzialmente sigillato il paese agli stranieri e ha chiuso molte strade di accesso. La conseguenza è stata che la gran parte della comunità di diplomatici e membri di organizzazioni onusiane e non governative è stata relegata nella capitale, Pyongyang. Molti di questi, non potendo svolgere le loro funzioni nelle aree in cui hanno progetti e non potendo comunque muoversi, hanno optato per lasciare temporaneamente il paese, secondo quanto ha riferito l’ascoltato sito di notizie nordcoreane NK News. Ne consegue che, in una situazione in cui le notizie già filtravano poco, le fonti di informazione si sono prosciugate ulteriormente. Sappiamo quindi molto poco, in realtà, di quanto sta accadendo in Corea del Nord, dal punto di vista politico, alimentare, economico e sanitario. Sospettiamo però che qualcosa stia accadendo. askanews

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