Giusta la contestazione dell’accusa di di violenza sessuale al soggetto che invia foto hard ad un minore tramite sistemi di chat come whatsapp. I giudici della III sezione penale della Cassazione con una sentenza depositata oggi hanno respinto il ricorso presentato dal difensore di un giovane finito in carcere “per aver scritto di messaggi whatsapp allusivi e sessualmente espliciti ad una ragazza minorenne costringendola a scattarsi foto” sotto la minaccia “di pubblicare la chat su instagram” o su altri social ed anche in “pagine hot”.
“Il tribunale del riesame – scrivono i supremi giudici – ha ricordato che la violenza sessuale risultava pienamente integrata, pure in assenza di contatto fisico con la vittima, quando gli atti sessuali coinvolgessero la corporeità sessuale della persona offesa e fossero finalizzati e idonei a compromettere il bene primario della libertà individuale nella prospettiva di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale”. Nello specifico – si sottolinea – sono stati ravvisati i gravi indizi di colpevolezza “del reato contestato nell’induzione allo scambio di foto erotiche, nella conversazione sulle pregresse esperienze sessuali, i gusti erotici, nella crescente minaccia a divulgare in pubblico le chat”.