“L’Europa deve essere un giocatore, non un campo da gioco”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sintetizzato il ruolo che l’Ue intende svolgere nei suoi rapporti con la Cina, durante la conferenza stampa online al termine del vertice in videoconferenza con il presidente cinese Xi Jinping, a Bruxelles. Un vertice a cui hanno partecipato anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e, da Berlino, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che detiene la presidenza di turno semestrale del Consiglio Ue. Questo vertice Ue-Cina avrebbe dovuto svolgersi fisicamente a Lipsia, in Germania, ma la situazione ancora critica della pandemia di Covid-19 non lo ha permesso.
Le questioni economiche e commerciali, soprattutto i negoziati per l’accordo sulla protezione degli investimenti e l’accesso ai mercati, le politiche sul cambiamento climatico, gli Affari internazionali e i diritti umani, e infine il Covid-19 sono stati i temi discussi. “L’incontro di – ha spiegato Michel – rappresenta un altro passo avanti nella creazione di un rapporto più equilibrato con la Cina. Stiamo cercando di avere un rapporto che mantenga i nostri impegni reciproci, e questo genera risultati concreti per entrambe le parti. Risultati che fanno bene anche a livello globale. In alcune aree siamo sulla strada giusta. In altre, è necessario ancora altro lavoro”. “Abbiamo chiarito – ha continuato Michel – le nostre posizioni: su che cosa siamo d’accordo e su che cosa non lo siamo. Esistono differenze reali e non le nascondiamo. Ma siamo pronti a impegnarci, Pronti a collaborare dove possiamo. E pronti a rimboccarci le maniche per trovare soluzioni concrete. E su questi temi difficili abbiamo trasmesso un messaggio europeo chiaro e unito: vogliamo un rapporto con la Cina basato sulla reciprocità, la responsabilità e una equità di base”.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha definito il dialogo a quattro svoltosi durante il vertice “franco, aperto, costruttivo e intenso”, e ha sottolineato soprattutto i punti controversi riguardanti l’accesso al mercato cinese (per il quale l’Ue chiede che siano rimossi gli ostacoli contro le società europee), la questione dei sussidi di Stato alle imprese cinesi e la sovraccapacità a livello globale nei settori dell’acciaio e dell’alluminio, punti sui quali, ha detto, il dialogo continua. Importante per l’Ue anche il tema della riforma del Wto e della difesa del multilateralismo, in cui il partenariato con la Cina è fondamentale. “Ci aspettiamo che gli ostacoli all’accesso al mercato siano rimossi”, ha sottolineato von der Leyen, citando in particolare il settore digitale e delle telecomunicazioni e il settore “automotive”. Quanto alla protezione degli investimenti, la presidente della Commissione ha ricordato che fino al giugno scorso, quando ci fu un altro vertice Ue-Cina in videoconferenza, era tutto bloccato, e che da allora il negoziato è ripreso a un livello politico più alto, e ha già visto “dei progressi”.
La cancelliera Merkel ha parlato soprattutto della questione climatica. Gli europei vorrebbero che la Cina stabilisse a sua volta, come ha fatto l’Ue, una data per la “neutralità climatica”, ovvero il raggiungimento del livello zero di emissioni nette. L’obiettivo che si è fissata l’Ue è arrivarci entro il 2050; la Cina avrà bisogno di più tempo, forse ancora 10 anni. La data, ha detto Merkel, “dovrà deciderla la Cina, non possiamo fissare noi i suoi obiettivi”. Pechino, tuttavia, potrebbe almeno stabilire una data a partire dalla quale cominciare a ridurre le emissioni. “Ci attendiamo dalla Cina che ci comunichi una data per il picco delle emissioni”, ha detto la cancelliera tedesca, ricordando che i cinesi sono responsabile di metà delle emissioni mondiali da centrali a carbone. L’Ue spinge perché anche la Cina crei una propria “borsa delle emissioni”, come l’Ets europeo, che imponga un prezzo cospicuo da pagare per ogni tonnellata di carbonio emesso dalle industrie. Un sistema di scambio delle emissioni cinese “sarebbe il più grande al mondo”, ha sottolineato Merkel. La cancelliera ha aggiunto un richiamo al rispetto degli accordi sul clima di Parigi da parte della Cina e ha concluso su una nota positiva, affermando che con il vertice di oggi “sono state gettate le basi per un dialogo di alto livello” su queste tematiche.
Il risultato concreto più importante del vertice è stata la firma dell’accordo reciproco in campo alimentare (già concluso a giugno) per la protezione di 100 denominazioni d’origine protette per ciascuna delle due parti (fra cui la mozzarella di bufala campana e diversi vini Doc). L’accordo entrerà in vigore all’inizio del 2021, e prevede che altre 175 denominazione d’origine per parte siano approvate e rientrino nel dispositivo di tutela nei quattro anni successivi. Restano tutte le divergenze su diritti umani, tutela delle minoranze, situazione di Hong Kong. La Cina tollera che l’Ue continui a mettere questi punti in agenda per i colloqui bilaterali, ma chiaramente non ne tiene alcun conto. Per l’Ue, comunque, è positivo almeno il fatto che “il dialogo continua”. “Le nostre divergenze – ha osservato Angela Merkel al termine della conferenza stampa – sono ben note. Ma come Stati membri dell’Ue noi siamo impegnati per il multilateralismo, e per questo è necessario mantenere i contatti con la Cina, a dispetto delle divergenze. Dobbiamo cercare di avanzare, anche se a volte i progressi si misurano in millimetri. Speriamo di aver contribuito oggi a fare in modo che l’Ue appaia per quello che è: un fattore importante sulla scena mondiale, che difende – ha concluso la cancelliera – i suoi valori e i suoi interessi”. askanews