Film Commission, Di Rubba e Manzoni: noi estranei, nessun reato

Film Commission, Di Rubba e Manzoni: noi estranei, nessun reato
Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni
15 settembre 2020

Nessun illecito, ma il pagamento di provvigioni legate a un’operazione immobiliare effettuata nella Bergamasca. Alberto di Rubba e Andrea Manzoni, i commercialisti vicini alla Lega ai domiciliari dal 10 settembre, si sono difesi così nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulio Fanales. Mentre in Procura continuano ad arrivare segnalazioni di operazioni sospette legate a imprenditori che gravitano nell’orbita leghista o a società riconducibili ai commercialisti arrestati, Di Rubba e Manzoni – il primo ex presidente di Lombardia Film Commission e attuale direttore amministrativo del Carroccio al Senato, il secondo revisore dei conti del partito guidato da Matteo Salvini alla Camera – si sono dichiarati estranei alle accuse. Assicurando che le somme di denaro incassate dopo la compravendita a prezzi gonfiati del capannone di Cormano, comune alle porte di Milano, erano il regolare pagamento di provvigioni legate a un’altra operazione immobliare effettuata da Andromeda in provincia di Bergamo.

Andromeda è la società immobiliare riconducibile a Michele Scilleri (commercialista titolare dello studio milanese dove venne registrato il movimento “Lega per Salvini premeir”) e, secondo quanto ricostruito dal pm Stefano Civardi e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, avrebbe rivestito un ruolo di primo piano nell’operazione: fu infatti Andromeda a rilevare, a inizio 2017, il capannone di Cormano dalla Paloschi, società in liquidazione amministrata da Luca Sostegni (il presunto prestanome nella compravendita in carcere da metà luglio scorso per estorsione), per 400 mila euro. E fu sempre Andromeda, 11 mesi più tardi, a rivendere lo stesso immobile a Lombardia Film Commission al prezzo di 800 mila euro. Denaro che, secondo i magistrati milanesi, per la maggior parte incassato dai tre commercialisti che si sarebbero spartiti tra loro oltre 500 mila euro. Mentre 250 mila euro sarebbero transitati nei conti di una fiduciaria, la Fidirev, per poi essere trasferiti in un conto svizzero intestato a una fiduciaria panamense, dove sarebbe stato anche depositato un assegno da 140 mila euro “tratto su un conto di Immobiliare Andromeda”, come emerge dagli atti dell’inchiesta.

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Le indagini puntano a individuare la “destinazione finale” di quelle somme che – questo il sospetto dei magistrati – potrebbero essere servite per alimentare fondi neri all’estero. “La Lega non fa parte di questo filone”, ha messo in chiaro l’avvocato Piermaria Corso, difensore di Di Rubba e Manzoni, esludendo ogni collegamento tra l’inchiesta milanese e quella condotta dalla Procura di Genova sui 49 milioni di rimborsi elettorali della Lega spariti nel nulla. Il legale ha anche preannunciato l’intenzione di chiedere la revoca dell’arresto per i suoi assititi. Da quel poco che è filtrato, l’interrogatorio si è focalizzato sulla duplice imputazione relativa compravendita del capannone di Cormano, ma prima di concludere il gip Fanales avrebbe posto anche alcune domande generiche sui fondi della Lega. Nel fascicolo d’indagine manca invece la versione dei fatti dell’altro personaggio chiave dell’inchiesta, il commercialista Scillieri, che – d’accordo con il suo difensore, l’avvocato Massimo Dinoia – ha deciso di non presentarsi davanti al gip avvalendosi della facoltà di non rispondere.

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