Vertice straordinario a Bruxelles, in agenda politica estera e “sovranità digitale” dell’Ue

Vertice straordinario a Bruxelles, in agenda politica estera e “sovranità digitale” dell’Ue
1 ottobre 2020

Comincia oggi alle 15 a Bruxelles un Consiglio europeo straordinario convocato dal presidente Charles Michel per discutere le questioni più urgenti di politica estera e poi, domani, venerdì, i temi dell’autonomia strategica e della “sovranità digitale” dell’Ue. Per l’Italia parteciperà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nel pomeriggio i capi di Stato e di governo verranno discusse le relazioni con la Cina, quelle con la Bielorussia dopo le elezioni farsa di agosto, il caso dell’avvelenamento in Russia di Alexey Navalny, oppositore del governo di Mosca, e la recrudescenza del conflitto nel Nagorno-Karabakh, l’enclave armena in Azerbaigian. Il tema più delicato, quello delle tensioni nel Mediterraneo orientale e dei rapporti con la Turchia, verrà affrontato domani sera nella cena di lavoro dei leader. L’unità dei paesi Ue è scontata sulla vicenda Navalny, per la quale il Consiglio europeo insisterà nell’esigere un’indagine internazionale indipendente, e sul Nagorno-Karabakh, per il quale i leader chiederanno una de-escalation del conflitto in corso.

Anche quanto riguarda la Cina non ci sono contrasti fra i Ventisette, che sosterranno sostanzialmente il nuovo approccio inaugurato dalla Commissione europea e dalla presidenza di turno tedesca del Consiglio Ue con il vertice bilaterale in videoconferenza del 14 settembre scorso; un approccio meno “naif” e più critico, più attento al principio di reciprocità, soprattutto nel negoziato su investimenti e accesso ai mercati, senza dimenticare la costante attenzione dell’Ue (sebbene senza grandi conseguenze) ai problemi dei diritti umani in Cina, in particolare a Hong-Kong, in Tibet e nella regione del Sinkiang (o Xinjiang), abitata dalla minoranza musulmana uigura. Sulla questione bielorussa non ci sono divisioni di principio fra i Ventisette: il risultato delle elezioni presidenziali che hanno riconfermato Aleksandr Lukashenko, al potere dal 1994, non è stato riconosciuto dall’Ue, che considera ormai chiaramente illegittimo il regime. Ma le sanzioni europee già predisposte contro una lista di personalità del regime sono bloccate da un solo paese, Cipro, che esige siano attivate sanzioni simili anche contro la Turchia, per le sue attività unilaterali di prospezione e trivellazione nelle acque di competenza cipriota. Sarà necessario quindi aspettare la cena per capire se gli altri leader riusciranno a convincere il presidente cipriota, Nicos Anstasiades, a rimuovere il veto, in cambio di una soluzione per lui accettabile nell’approccio con la Turchia.

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Nella discussione sulle “tensioni nel Mediterraneo orientale”, ovvero, sostanzialmente sui rapporti con la Turchia, si scontrano due diversi approcci: da una parte Cipro, con l’appoggio della Grecia, pretende sanzioni immediate contro Ankara per la violazione unilaterale della sua zona economica esclusiva al largo della costa Nord dell’Isola; dall’altra, il presidente del Consiglio europeo Michel, la presidenza di turno tedesca del Consiglio Ue e la maggioranza degli Stati membri, compresa l’Italia, vogliono un approccio positivo e dialogante, che eviti drammatizzazioni. Un ultimatum porterebbe a un’ulteriore chiusura di Ankara, proprio ora che i turchi hanno ritirato dalla zona economica esclusiva greca (ma non da quella cipriota), le loro navi impegnate nella prospezione alla ricerca di giacimenti sottomarini di idrocarburi. Un gesto di buona volontà, che ha riaperto il dialogo greco-turco, ma che non ha risolto, e ha anzi peggiorato, le tensioni di Ankara con Cipro. Michel vuole provare a reimpostare il dialogo con la Turchia per ristabilire buone relazioni, anche valorizzando l’accordo esistente di unione doganale con l’Ue, e migliorando la cooperazione energetica e quella sulle questioni migratorie. Per questo, il presidente del Consiglio europeo ha anche proposto la convocazione di una conferenza regionale dei paesi costieri dell’area, a cominciare da Turchia, Cipro e Grecia, e con la presenza delle Nazioni Unite, per cercare di risolvere le tensioni. Sono comunque ancora da definire il formato, i partecipanti, il mandato e i tempi della conferenza.

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Fra i Ventisette, comunque, c’è un consenso di massima sul fatto che va difeso il principio di sovranità degli Stati membri (in questo caso Cipro e Grecia) e che le attività di prospezione e trivellazione turche al largo di Cipro devono cessare. Va quindi mantenuta la pressione su Ankara, prospettando la possibilità di ricorrere a delle “misure” europee se le azioni unilaterali turche saranno ripetute e continuate nel tempo. Si tratta, insomma, di cominciare dalla carota, e solo più tardi, se la carota non funziona, passare al bastone. Bisogna vedere quale formula verrà usata nelle conclusioni del Consiglio europeo per tradurre questo concetto, e se basterà ad Anastasiades. In caso contrario, le conclusioni non saranno del Consiglio europeo, ma solo della sua presidenza, e probabilmente bisognerà ancora attendere per l’attivazione delle sanzioni contro il regime bielorusso. La giornata di domani sarà dedicata ai temi economici, e in particolare si cercherà di definire meglio gli obiettivi della “sovranità digitale” e della “autonomia strategica” dell’Ue e della sua politica industriale, che sono stati indicati dalla Commissione di Ursula von der Leyen (in particolare, oltre alla presidente, dal commissario francese all’Industria, Thierry Breton), anche in conseguenza delle lezioni apprese dal lockdown durante la crisi pandemica.

Alcuni Paesi tradizionalmente più “liberisti” (l’Olanda e i nordici, il Belgio, l’Ungheria e la Polonia) temono che questi concetti siano interpretati in senso protezionistico, che si traducano nell’instaurazione di una “fortezza Europa”; e sono preoccupati che venga indebolito l’approccio Ue favorevole al libero mercato, al multilateralismo e alla globalizzazione. Secondo questi Stati membri, bisognerebbe circoscrivere i nuovi obiettivi strategici ad alcuni settori particolari, e non generalizzarli, e semmai puntare a completare il Mercato unico europeo, in particolare nel settore dei servizi. L’Italia su questo punto sta con la Commissione e con la Francia: la “sovranità digitale” è complementare al mercato unico, non si tratta di virare verso il protezionismo, bisogna mantenere l’apertura al commercio, ma un’apertura che non deve essere essere “naif” e senza regole. Le conclusioni della seconda giornata del Consiglio europeo cercheranno di coagulare il consenso di tutti gli Stati membri su come interpretare e realizzare questo nuovi obiettivi. Il vertice, infine, ascolterà Ursula von der Leyen e il negoziatore capo dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, sullo stato delle relazioni e delle trattative, sempre più difficili, con il Regno Unito, in attesa di dedicare una discussione più approfondita sul tema al prossimo Consiglio europeo di metà ottobre. askanews

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