La Commissione europea ha approva oggi a Bruxelles un regime italiano di aiuti di Stato da 1,5 miliardi di euro per sostenere le aziende colpite dalla pandemia di coronavirus nel Sud Italia, riducendo il loro costo del lavoro e aiutandole a continuare la loro attività e a mantenere l’occupazione in questo periodo difficile. Lo schema è stato approvato nell’ambito del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, in vigore dall’inizio della crisi pandemica.
La vicepresidente esecutivo Margrethe Vestager, responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “Il Sud Italia è stato duramente colpito dalle conseguenze economiche del coronavirus. Queste misure italiane per 1,5 miliardi di euro sosterranno il lavoro e aiuterà le imprese attive nelle regioni del Mezzogiorno ad affrontare i problemi di liquidità che stanno affrontando a seguito dell’epidemia, mantenendo così il livello di occupazione e preservando la continuità dell’attività economica”, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione Margrethe Vestager, responsabile della politica della Concorrenza.
L’Italia ha notificato alla Commissione, nell’ambito del Quadro temporaneo, un regime consistente in vantaggi fiscali concessi a datori di lavoro privati operanti nel Sud Italia (una riduzione del 30% dei contributi sociali e previdenziali dovuti per i lavoratori dell’azienda) applicati nel periodo dal primo ottobre al 31 dicembre 2020. La misura riguarda le aziende con contratti di lavoro e si applica alle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), dove il Pil regionale è inferiore al 90% della media Ue, e il il tasso di occupazione è inferiore alla media nazionale.
Il programma sarà aperto alle aziende di tutte le dimensioni attive in tutti i settori, ad eccezione dei settori finanziario, agricolo e del lavoro domestico. La Commissione ha riscontrato che il regime notificato dall’Italia è in linea con le condizioni stabilite nel Quadro temporaneo. In particolare, il sostegno per azienda non supererà i 120.000 euro nei settori della pesca e dell’acquacoltura e 800.000 euro tutti gli altri settori ammissibili; e i contributi previdenziali ridotti devono riguardare il periodo precedente al 31 dicembre 2020. askanews