Un lungo, commosso, applauso e tutti in piedi per la senatrice a vita, Liliana Segre, nella sua ultima testimonianza pubblica, a Rondine, Cittadella della Pace, un borgo vicino Arezzo, dove si fa esperienza di convivenza tra studenti provenienti da Paesi in guerra. Racconta, Liliana Segre, della Shoah, della furia nazista, delle sue compagne finite alla camera a gas, delle sofferenze vissute, di essere stata solo il numero 75190. Con tutta la sensibilità e la fragilità di chi ha vissuto il buio di Auschwitz. Ammettendo anche di non aver mai perdonato, e mai dimenticato. Ma di aver scelto sempre la vita, la libertà.
E invitando i giovani presenti a fare lo stesso: “Pensai… adesso raccolgo questa pistola che avevo tanto visto usare e gli sparo. Mi sembrava un giusto finale di quel periodo incredibile. Un attimo… un attimo importantissimo decisivo nella mia vita perché io capii che mai, per nessun motivo al mondo, avrei potuto uccidere qualcuno. Io non ero come il mio assassino. Non ho raccolto quella pistola, e da quel momento sono diventata quella donna libera e di pace con cui ho convissuto fino adesso”.
Segre si mette a nudo, si racconta a tutto tondo, senza paura, per lanciare un messaggio di pace, di speranza. E di come si è sempre sentita “l’altra, l’invisibile, l’ebrea”. “E’ stata la mia piccola vita interrotta quella che un giorno di settembre del 1938 mi ha fatto diventare l’altra. E quando una diventa l’altra c’è tutto un mondo intorno che ti considera diversa, l’altra. E non è finita qui, non è stato un periodo storico ma è durato per sempre”. Ad ascoltarla, a commuoversi, ci sono le massime autorità dello Stato.
Il premier Giuseppe Conte, arrivando a Rondine, fa subito un segno ai giornalisti: oggi ascolto. “Sono venuto qui per ascoltare l’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre, una testimonianza di eventi così tragici ha la funzione di sollecitarci a scacciare via l’indifferenza e anche le ambiguità, di sollecitarci ad assumere posizioni chiare e scelte nette. Io offro la garanzia mia personale e dell’intero governo che questa testimonianza non finisce oggi ma si manterrà viva e si rinnoverà in futuro, costantemente. Grazie senatrice Liliana Segre”. Alla cerimonia anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati e il presidente della Camera, Roberto Fico. I ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese e Lucia Azzolina.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha regalato alla Segre – tramite il premier Conte – la Costituzione italiana. Con un messaggio forte: “Mai più privazione della libertà, mai più guerre di aggressione, mai più negazione dei diritti umani, mai più razzismo, odio e intolleranza”.