La seconda ondata del virus scuote il governo. Il Pd avverte: intollerabili distinguo

La seconda ondata del virus scuote il governo. Il Pd avverte: intollerabili distinguo
Nicola Zingaretti e Matteo Renzi
26 ottobre 2020

La seconda ondata è tutta un’altra storia, per la tenuta del governo. In casa Pd lo avevano capito già da giorni e il vice-segretario Andrea Orlando parlando in direzione venerdì scorso era stato esplicito, dicendo che stavolta l’emergenza rischia di far vacillare la maggioranza, anziché rafforzarla come avvenuto durante lo scorso inverno. La cronaca di oggi conferma quei timori, nelle piazze comincia ad esplodere la protesta e la stessa maggioranza sbanda pericolosamente: il nuovo Dpcm scatena la rabbia delle categorie costrette a chiudere ma innesca anche la rissa tra gli alleati di governo. Matteo Renzi attacca la norma che impone la chiusura di ristoranti, cinema e teatri, il M5s se la prende con Paola De Micheli per la gestione del trasporto pubblico. Un quadro che fa scattare l’allerta nel Pd e Nicola Zingaretti arriva a chiedere con forza il coinvolgimento delle opposizioni per evitare che la situazione sfugga di mano.

Il rischio che le cose sfuggissero di mano era ben chiaro già da giorni al segretario democratico e agli altri dirigenti del partito: “A marzo le persone erano disposte a perdonare gli errori, in fondo era un evento eccezionale e imprevedibile. Ora no, non fanno più sconti. E noi siamo arrivati impreparati alla seconda ondata”, diceva un dirigente Pd qualche giorno fa. Addirittura Renzi invita i suoi sostenitori a firmare una petizione che chiede di tenere aperti cinema, teatri, palestre e piscine. Il nuovo Dpcm e l’escalation dei contagi mettono in crisi la maggioranza. Renzi chiede al governo di “spiegare” su quali “dati scientifici” si è arrivati a decidere le chiusure di ristoranti e palestre. L’ex premier chiede esplicitamente a Conte di cambiare il decreto appena varato.

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Ma le nuove norme piacciono poco anche tra i 5 stelle, i senatori del Movimento in commissione Trasporti incalzano la ministra Pd: “Purtroppo ci tocca constatare che il nostro paese è costretto a nuove restrizioni anche per via di alcuni settori dove si è lavorato poco. La ministra De Micheli da giorni minimizza, ma quello del trasporto pubblico rimane un problema da affrontare”. Un clima che fa sbottare Zingaretti: “Vedo distinguo da esponenti di governo e forze di maggioranza e iniziative politiche che reputo incomprensibili. Penso non siano mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli del governo per prendere decisioni e la mattina organizzano l’opposizione rispetto alle decisioni prese la sera precedenti”. Aggiunge Zingaretti: “E’ sempre stato sbagliato, ma in questo momento storico reputo eticamente intollerabile stare con i piedi in due staffe”.

Il leader Pd chiede esplicitamente a Conte di rimettere ordine della maggioranza, Zingaretti ribadisce che serve un “tavolo” di maggioranza per un “patto di legislatura”. Bisogna evitare le liti e gli strappi, “basta con questo diluvio di distinguo, di ‘se’, di ‘ma’, di iniziative sporadiche. Il governo svolga una funzione di direzione e di guida”. Ma non c’è solo un problema di disciplina nella coalizione, per il leader democratico, il governo deve anche fare meglio di quanto fatto in primavera: gli aiuti a chi è costretto a fermarsi devono arrivare subito ed essere tangibili. Il governo il Pd – insiste Zingaretti – devono fare in modo di dimostrare che “non è vero che il provvedimento si trasforma in una mazzata finale” per i settori economici costretti a chiudere o a limitare la propria attività. E per farlo “nei prossimi giorni metteremo in campo tutte le misure per evitare a questi attori economici di essere le vittime dei provvedimenti che si adottano”.

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Ma a questo punto il timore che il governo possa non farcela prende piede. Anche per questo il leader Pd chiede con una forza inedita il coinvolgimento dell’opposizione: “Non si può chiedere alla maggioranza di dichiararsi sconfitta: non è vero, è un giudizio ingiusto. Ma non si può chiedere neanche all’opposizione solo di condividere o sottoscrivere le decisioni della maggioranza, anche questo è sbagliato. Dobbiamo trovare le forme di un passo in avanti nel rapporto con le opposizioni, una collaborazione maggiore senza preconcetti”. Non ancora un appello all’unità nazionale, ma ci manca poco. Perché i dubbi sulla tenuta di questa maggioranza e di questo governo crescono sempre più.

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