Parla la madre dell’attentatore di Nizza: “Brahim riparava motorini e pregava in continuazione”. Intanto, un altro arresto

30 ottobre 2020

Brahim Aouissaoui ha umili origini. È di Sfax, nel centro della Tunisia, l’attentatore di Nizza che ha ucciso brutalmente a coltellate tre persone nella basilica di Notre-Dame-de-l’Assomption gettando nuovamente nel panico una intera nazione. Appresa la notizia, piangono i parenti di Brahim, nella loro modesta abitazione a Sfax. “Riparava i motorini dopo aver abbandonato la scuola superiore – racconta la madre – Aveva messo da parte dei soldi e io gli avevo suggerito di usarli per affittare uno spazio dove lavorare. Lui voleva costruire una baracca per vendere la benzina di contrabbando: gli ho detto fai quel che vuoi, che Dio sia con te”, aggiunge la donna.

Brahim, ricorda la madre, negli ultimi tempi pregava molto. “Ha cominciato due anni mezzo fa. Andava da casa a lavoro. Non vedeva mai nessuno. Al lavoro prendeva del caffè e lo beveva a casa”, ricorda. Secondo la procura antiterrorismo francese Aouissaoui sarebbe arrivato in Francia nei primi di ottobre, dopo un passaggio in Italia dove era sbarcato a Lampedusa. Il fratello Yacine, però, racconta un’altra versione: “Ha fatto la traversata circa un mese fa. Ed è arrivato in Francia mercoledì 28 ottobre verso le 20”, sostiene il fratello. Nella sua versione sarebbe quindi giunto la sera prima dell’attacco. Sempre secondo Yacine, suo fratello sarebbe un migrante economico, partito dalla Tunisia per trovare un lavoro. “Mi ha detto che sarebbe andato in Francia, perché per il lavoro sarebbe stato più facile che in Italia, dove ci sono troppe persone. E ci ha chiamato mercoledì sera, appena arrivato in Francia”, ha insistito Yacine che, come tutto il resto della famiglia, non si dà pace per quanto è accaduto.

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Intanto, Nizza omaggia e piange i tre morti dell’attentato alla basilica di Notre-Dame-de-l’Assomption brutalmente uccisi con un coltello. Fiori, candele e la foto del sacrestano. La polizia ha arrestato anche un altro uomo di 47 anni sospettato di aver avuto contatti con l’attentatore alla vigilia dell’attacco. Il presunto autore, invece, Brahim Aoussaoui, un tunisino di 21 anni, è stato fermato dalla polizia che gli ha sparato contro 14 volte e ha continuato a urlare “Dio è grande”, “Allahu Akbar” anche mentre veniva curato. Era arrivato in Francia il 9 ottobre dall’Italia, ha spiegato Jan-Francois Ricard, procuratore francese per l’antiterrorismo. “E’ entrato in Italia attraverso Lampedusa il 20 settembre. Poi è sbarcato a Bari il 9 ottobre. Le indagini vanno avanti attivamente per chiarire l’andamento preciso dei fatti, il passato dell’uomo e gli eventuali complici e aiuti di cui può aver beneficiato”. E proprio sui suoi movimenti e sullo sbarco in Italia ora si dovrà far luce. “Record di sbarchi, piazze in rivolta e ora perfino un killer tunisino sbarcato a Lampedusa e lasciato tranquillamente scappare in Francia a uccidere e sgozzare… il Viminale è allo sbando” attacca il leader della lega Matteo Salvini, chiedendo le dimissioni della ministra Luciana Lamorgese. Pronta la replica del Pd, con Dario Stefano: “Un attacco sguaiato e ridicolo…, un ex ministro dell’Interno dovrebbe sapere che non si gioca con il terrorismo”.

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