Le barriere antirumore installate sul primo tronco dell’autostrada di Genova non vennero sostituite da Aspi per “evitare le ingenti spese che l’immediata sostituzione con opere adeguate, e più in generale il rispristino delle condizioni di sicurezza, avrebbero comportato”. Lo scrive il gip di Genova, Paola Faggioni, in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari l’ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci, l’ex responsabile manutenzione del gruppo, Michele Donferri Mitelli, e l’ex direttore centrale operativo Paolo Berti per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode nelle pubbliche forniture.
Castellucci e gli altri vertici del gruppo, precisa il giudice genovese, sapevano benissimo che “le barriere antirumore realizzate da Aspi nella rete di competenza del 1 tronco in esecuzione della convenzione erano state progettate e costruite in modo errato e contrario alle norme di buona costruzione”. Ed erano consapevoli “che le barriere stesse non erano in grado dui supportare l’azione del vento ed erano perciò a rischio ribaltamento”, considerato anche “che in diverse occasioni si erano concretamente ribaltate per strada”. Nonostante questo “proseguivano nella gestione delle strade in concessione occultando fraudolentemente allo Stato ed agli organi ispettivi l’inadempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione ed in particolare l’errore di progetto, l’inidoneità e la pericolosità delle barriere stesse”. Così facendo, i top manager di Aspi “violavano fraudolentemente gli obblighi contrattuali derivanti dalla convenzione sia in riferimento all’obbligo di gestione in sicurezza degli utenti sia in riferimento all’obbligo di risanamento acustico”. Ma soprattutto hanno creato un potenziale “pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti” che “percorrevano e percorrono quotidinamente le tratte autostradali sulle quali erano posizionate le barriere”.
Carenze nella sicurezza delle barriere fonoassorbenti installate sulla rete autostradale gestita da Aspi, è l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari l’ex amministratore di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci. La stessa misura cautelare è scattata per l’ex responsabile manutenzione di Aspi, Michele Donferri Mitelli, e per l’ex direttore centrale operativo del gruppo, Paolo Berti. Per altri tre manager, Stefano Marigliani, Paolo Strazzullo e Massimo Miliani, sono invece stata disposta l’interdizione per una durata di un anno. Sono stati i militari della Guardia di Finanza di Genova a eseguire le misure cautelari disposte dalla pm diretti dal procuratore Francesco Cozzi. Le accuse contestate a vario titolo sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode nelle pubbliche forniture. e riguardano, come riferiscono le Fiamme Gialle in una nota, alcune “criticità, in termini di sicurezza, delle barriere fonoassorbenti del tipo integrale integautos montate sulla rete autostradale”.
Nel corso delle indagini, basate sull’analisi della documentazioni informatica acquisita dagli inquirenti genovesi e sul racconto di varie testimoni, sono emerse “numerosi e gravi indizi e fonti di prova” a carico di Castellucci e degli altri manager Aspi. I quali, precisa la Gdf, avevano “consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio di cedimento nelle giornate di forte vento”, come peraltro avvenuto nel 2016 e nel 2017 sulla rete autostradale locale. In particolare consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese). Secondo la ricostruzione dai magistrati liguri, l’ex amministratore delegato di Aspi e gli altri dirigenti del gruppo erano al corrente dei “difetti progettuali” delle barriere. E sapevano benissimo che era stata effettuata una “sottostima” degli effetti “dell’azione del vento” e che, “per l’ancoraggio a terra” dei manufatti, erano stati utilizzati alcuni materiali “non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti”.
Nonostante questo, da parte loro non c’è mai stata la “volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati”, un obbligo che secondo i pm genovesi è stato violato “con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi”. Da qui l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. Castellucci e agli altri manager Aspi sono anche accusati di frode nelle pubbliche forniture per “non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato)” e soprattutto per aver nascosto all’organo di vigilanza, rappresentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Traporti “l’inidoneità e pericolosità” delle barriere installate lungo la rete autostradale. Carenze di cui il Ministero non è mai stato informato, dato che da parte dei vertici Aspi non è stata neppure fornita “alcuna comunicazione” obbligatoria per legge. Ed è alla luce di un quadro indiziario “grave” che il gip del Tribunale di Genova ha accolto la richiesta di arresto avanzata dalla Procura per Castellucci e gli altri manager Aspi.
BARRIERE INCOLLATE CON IL VINAVIL
Le barriere antirumore installate da Aspi sul primo tronco dell’autostrada di Genova “erano incollate con il vinavil”. Lo afferma Lucio Ferretti Torricelli, indagato in uno dei filoni di inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, nel corso di una riunione del settembre 2017 con Michele Donferri, ex responsabile manutenzione del gruppo, e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo del gruppo. La conversazione è stata intercettata dagli inquirenti della Procura di Genova e acquisita agli atti dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci, finito ai domiciliari insieme a Donferri e Berti per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode nelle pubbliche forniture. E’ il gip Paola Faggioni a sintetizzare il senso della conversazione in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare disposta per i tre manager. “Ferretti Torricelli ribadisce che la resina utilizzata per gli ancoraggi è difettosa e totalmente inefficace e, quando parla del fatto che le barriere antirumore non sono a norma di legge, Donferri lo zittisce”. Poi lo stesso ex responsabile manuntenzione di Aspi si sofferma sull'”eccessivo costo di un’eventuale azione di adeguamentro delle barriere integrate Integautos che, su 400 chilometri posati in opera, costerebbero 140 milioni di euro”.
Donferri, in un’altra intecettazione riportata nell’ordinanza, definisce “sbragate” le barriere fonoassorbenti. Ed è ancora l’ex responsabile manutenzione di Aspi ad ammettere che dai test preliminiari effettuati sulle barriere “è venuto fuori che sono mal montate”. Circostanza confermata da Ferretti Torricelli che lo incalza: “Ma ti rendi conto che avete… scusami avete rifatto l’omologazione.. c’è la resina non marcata Ce! Ma ti rendi conto? Ti rendi conto che non tiene il vento quella cazzo di barriera?”. E Donferri risponde: “Più fai così, più è peggio. Perchè dal 2000….”. Il suo interlocutore aggiunge: “Nel 2007.. nel certificato di omologazione io vedevo che quella barriera resisteva. Era progettata per altezza da 3 a 5 metri per residenze alle azioni del vento alla normativa… Palle!”. E’ lo stesso Ferretti Torricelli a mettere in guardia Donferri dalle conseguenze potenzialmente drammatiche: “Beh adesso sta di fatto che c’è il problema che c’abbiamo i tirafondi che si staccano a una certa forza”.