Dopo aver percorso oltre 5 miliardi di chilometri nello spazio, la sonda giapponese Hayabusa2 sta per portare a termine la sua missione: consegnare il 6 dicembre prossimo sulla Terra campioni dell’asteroide Ryugu. Sarà la prima volta in assoluto che gli scienziati si troveranno a poter studiare la materia, prelevata in situ, di cui si compone un asteroide. Una volta sganciata la capsula contenente il prezioso materiale, Hayabusa2 proseguirà il suo viaggio verso una nuova destinazione. Alla missione dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa lavorano anche alcuni scienziati italiani, tra cui Stefania Soldini, 34 anni il prossimo 22 dicembre, docente al Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università di Liverpool, dove vive, e in forza alla Jaxa come co-investigator nel gruppo di astrodinamica di Hayabusa2, missione per la quale in precedenza è stata flight dynamics engineer. Con lei askanews ha fatto il punto della missione che tra una manciata di giorni consentirà all’uomo di vedere dal vivo le rocce di un asteroide e di esaminarle a caccia di tracce del nostro passato più remoto.
“Hayabusa2 – ricorda la scienziata, laurea e master in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano – è stata lanciata il 3 Dicembre del 2014 ed è arrivata all’asteroide Ryugu il 27 giugno 2018. Circa tre mesi dopo sono stati rilasciati i rover Minerva-II-1 che hanno fatto delle foto alla superficie dell’asteroide per consentire al team della missione di valutare la situazione prima del touchdown e poco dopo è stata la volta del lander Mascot che ha svolto analisi della superficie. Il primo touchdown è avvenuto il 22 febbraio 2019 e il secondo a luglio dello stesso anno con l’obiettivo di raccogliere campioni dell’asteroide in un cratere artificiale formatosi dall’impatto dello small carry-on impactor. Il 3 ottobre 2019 è stato rilasciato l’ultimo rover, Minerva-II-2. Dal lancio a oggi Hayabusa2, che attualmente si trova a circa 5 milioni di chilometri dalla Terra, ha percorso oltre 5 miliardi di chilometri. I numeri naturalmente cambiano di secondo in secondo e sul sito della missione è possibile visualizzare in tempo reale la distanza della sonda dal nostro pianeta e il tempo mancante all’arrivo”.
Come si sta preparando la sonda al rientro e al rilascio della capsula contenente i campioni prelevati su Ryugu? “Il 4 novembre Hayabusa2 ha svolto delle manovre di ‘prova’ come esercizio al rilascio finale della capsula previsto il prossimo 6 dicembre in Australia. La sonda – spiega Stefania Soldini – sta seguendo l’attuale traiettoria di rientro con un totale di 5 manovre previste chiamate TCM (trajectory correction manoeuvre). Le prime due manovre porteranno la sonda in una traiettoria di avvicinamento a 200 km di quota dalla terra. Alla fine dell’ultima manovra con un giorno di distanza avverrà la separazione della capsula con conseguente rientro in Australia”. L’obiettivo di Hayabusa2 è lo stesso di Osiris-Rex, missione della Nasa, che qualche settimana fa è riuscita a prelevare campioni dell’asteroide Bennu che riporterà sulla Terra nel 2023.
“Hayabusa2 e Osiris-Rex sono due missioni complementari. Entrambe riporteranno campioni di asteroidi carbonacei di tipo C. Dagli studi preliminari di entrambe le sonde – spiega Soldini – questi due asteroidi presentano similarità ma anche differenze in termini di composizione ed età e potrebbero quindi rivelarci le origini del Sistema solare e conseguentemente dirci come si è formata la vita sulla terra. Inoltre, grazie alla creazione del cratere artificiale, Hayabusa2 è l’unica sonda che ha raccolto i campioni sotto superficiali di un asteroide di tipo C che quindi non sono stati ‘contaminati’ dall’ambiente esterno. Quello che si vuole confermare è la presenza di ‘acqua’ negli asteroidi di tipo C”. “Hayabusa2 ha alcune peculiarità che la rendono unica – evidenzia la scienziata italiana – Ha testato nuove tecnologie con i primi rover (Minerva) capaci di muoversi sulla superficie di Ryugu, i primi a dimostrare la possibilità di muoversi su oggetti celesti a bassa gravità. Inoltre Hayabusa2 ha creato il primo cratere artificiale su un asteroide, un’attività importantissima sia nell’ambito di operazioni di planetary defense (per proteggerci da asteroidi potenzialmente pericolosi) che per lo studio della composizione interna degli asteroidi di tipo C”.
Una volta rilasciato il suo prezioso carico che ne sarà di Hayabusa2? “Sentiremo ancora parlare di lei e non smetterà di sorprenderci. Infatti – spiega – la sonda poco dopo il rilascio della capsula procederà verso una nuova missione, l’esplorazione di un altro asteroide. La sonda effettuerà un primo fly-by dell’asteroide 2001 CC21 nel 2026 e arriverà a destinazione verso l’asteroide 1998 KY26 nel 2031. Sarà la prima volta che si osserverà un asteroide, di cui sappiamo poco in quanto a composizione, che ruota rapidamente, con periodo di rotazione di 11 minuti”. Dopo gli anni di formazione universitaria al Politecnico di Milano è stata sempre all’estero. Regno Unito, GiapponeàPensa mai di tornare in Italia a lavorare? “Sono aperta alle opportunità che si presentano indipendentemente dal luogo geografico. Chi come me lavora ad attività spaziali si sente un po’ cittadino del mondo. Quindi – conclude Stefania Soldini – non escluderei un rientro nel Paese in cui sono nata qualora un’opportunità dovesse presentarsi. Sarebbe molto bello contribuire alle attività spaziali italiane”.