Usa2020, Trump dà via libera a transizione: ecco le tappe che separano Biden dalla sua investitura

Usa2020, Trump dà via libera a transizione: ecco le tappe che separano Biden dalla sua investitura
Joe Biden
24 novembre 2020

Donald Trump ha dato il via libera alla transizione dei poteri con il suo successore alla Casa Bianca, Joe Biden, vincitore delle elezioni presidenziali del 3 novembre negli Stati Uniti. Senza riconoscere ufficialmente la vittoria del suo avversario, Trump ha autorizzato i Servizi generali della sua amministrazione ad avviare il processo che si concluderà il 20 gennaio prossimo con l’investitura ufficiale dell’ex vice di Barack Obama come 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Ecco le tappe principali dei prossimi due mesi:

8 dicembre: fine dei ricorsi elettorali

Le contestazioni elettorali devono terminare sei giorni prima della riunione del collegio elettorale, ovvero l’8 dicembre. E’ questo il termine ultimo di un “periodo di sicurezza” (“safe harbor period”) di cinque settimane a partire dal giorno delle elezioni, studiato per risolvere tutte le controversie. Entro tale data ogni Stato deve inviare al collegio elettorale i propri risultati definitivi e presentare il proprio “certificato di accertamento”, documento che garantisce la validità dei voti conteggiati. Raramente questa data è stata così significativa nel calendario elettorale statunitense, ricorda oggi Le Figaro. Donald Trump – che non ha ancora riconosciuto ufficialmente la vittoria del suo avversario – ha cercato di invalidare i risultati di diversi Stati con una serie di ricorsi in tribunale. Ma tutte le sue iniziative legali sono fallite per mancanza di prove.

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14 dicembre: voto del collegio elettorale

Negli Stati Uniti sono i grandi elettori, votati dai cittadini americani, ad eleggere il presidente. Questi grandi elettori votano ogni quattro anni il secondo lunedì successivo al secondo mercoledì di dicembre: quest’anno, il 14 dicembre. I risultati delle loro votazioni non riservano sorprese – i grandi elettori annunciano le loro intenzioni di voto prima delle presidenziali – ma non sono immediatamente noti, poiché è necessario attendere fino al 6 gennaio per contare ufficialmente le schede. Per votare, i grandi elettori si recano nelle capitali dei loro Stati ed hanno tempo fino al 23 dicembre per inviare la loro scelta al Senato. Per essere nominati è necessario ottenere la maggioranza del collegio elettorale, cioè 270 voti (su 538). Secondo le intenzioni precedentemente annunciate degli elettori eletti, Joe Biden può contare su 279 voti. In teoria, comunque, un grande elettore può anche rifiutarsi di votare per il candidato del suo partito e diventare un “grande elettore infedele”. Nel 2000, un grande elettore del Distretto di Columbia si rifiutò di concedere il suo voto ad Al Gore per protestare contro il fatto che la Columbia non aveva lo status di Stato americano. Per evitare queste situazioni, trentatré stati e, dal 2000, il Distretto di Columbia hanno imposto leggi che obbligano gli elettori a rispettare il voto popolare. In ogni caso, mai nella storia degli Stati Uniti un “elettore infedele” ha rovesciato l’esito di un’elezione presidenziale.

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6 gennaio: elezione del presidente degli Stati Uniti

Il 12esimo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti impone il conteggio dei voti del collegio elettorale il 6 gennaio dell’anno successivo alle elezioni. È solo alla fine di questo conteggio che il presidente degli Stati Uniti viene ufficialmente eletto. Il conteggio dei voti viene effettuato dal Parlamento, ovvero dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti, sotto l’egida del vice presidente in carica – in questo caso Mike Pence – e talvolta sotto quella del presidente pro tempore del Senato. È poi lo stesso vicepresidente che annuncia il nome del nuovo inquilino della Casa Bianca alla fine del conteggio. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza dei voti del Collegio elettorale (270), la Camera dei rappresentanti si riunisce immediatamente per eleggere il presidente degli Stati Uniti. Ad oggi, la Camera dei Rappresentanti ha eletto il presidente solo in due occasioni: nel 1801 e nel 1825, rispettivamente Thomas Jefferson e John Quincy Adams.

20 gennaio: l’investitura, o “Inauguration day”

In questo giorno, il presidente e il vicepresidente prestano giuramento al Campidoglio di Washington. La procedura sarà iniziata dalla vicepresidente Kamala Harris; poi spetterà a Joe Biden. Questa la formula di rito per il giuramento del presidente: “Giuro (o dichiaro) solennemente di adempiere con fedeltà alla carica di presidente degli Stati Uniti e, al meglio delle mie capacità, di preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti. Che Dio mi aiuti”. In questa data il presidente uscente deve aver lasciato la Casa Bianca al suo successore. askanews

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