La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del Consiglio europeo. I voti a favore sono stati 314, quelli contrari 239, le astensioni sono state 9. La risoluzione affida al premier il mandato a dare via libera alla riforma del Mes. Ma com’era nell’aria, si è registrata la spaccatura all’interno del M5s. Infatti, sei deputati pentastellati hanno votato contro alla risoluzione di maggioranza presentata dopo le comunicazioni del premier: si tratta di Andrea Colletti, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Alvise Maniero, Mara Lapia. Lo hanno annunciato prendendo la parola in aula in dissenso dal proprio gruppo. “I congiurati non sono quelli che pubblicamente prendono posizione ma sono i commensali, quelli che siedono al tavolo ed è per questo che non posso darle voto favorevole”, ha detto Colletti rivolgendosi a Conte. Anche Berardini sostiene che il voto contro alla risoluzione di maggioranza non sia un voto contro il premier: “Questa cosa è falsa perché stiamo solamente dando un indirizzo politico al premier. Il voto contro la riforma peggiorativa del Mes come è stato sostenuto anche da Di Maio che ci dovrebbe spiegare perché vogliono tradire gli elettori M5s”.
“Nutro profonda stima verso Conte ma questo – ha detto Forciniti – non mi impedisce di pensare che la riforma sia sbagliata e pericolosa per l’Italia e l’Europa. Riformare questo trattato è un errore storico politico strategico. Il mio è un voto di natura tecnica non è un voto politico su Conte”. Secondo Cabras “non si può votare sì usando la vaga promessa che poi si voterà no. Gli elettori hanno riempito grandi porzioni di queste aule con noi perché avevamo promesso di dire no all’austerity e al Mes. Disattendere la spinta popolare è un errore di portata storica. Ci hanno chiesto di smantellarlo non di peggiorarlo”. Anche Maniero ha annunciato il voto contrario alla “sbagliata” risoluzione “perché sovverte l’indirizzo forte che per un anno e mezzo questo Parlamento ha garantito a Conte. Si tratta di una riforma che danneggia l’Italia”. Lapia ha descritto il suo voto contrario come un “voto di coerenza col programma elettorale M5s, un tradimento verso gli elettori e quanto promesso nelle piazze, non ci è stato dialogo con noi, qui dentro e con i nostri attivisti, volevamo smantellare il Mes, invece siamo qui e lo abbiamo anche peggiorato. Stiamo portando qui dentro una bomba a orologeria. Non sfiduciamo Conte ma portiamo avanti il nostro programma elettorale”.
Italia viva ha votato “con convinzione” la riforma del Mes, ma avverte il presidente del Consiglio che “non esiste” che i soldi del Recovery fund vengano gestiti “in uno stanzino da 3-4 persone”, ha detto il presidente del partito Ettore Rosato, pronunciando la dichiarazione di voto alla Camera sull’intervento del presidente del Consiglio alla vigilia del Consiglio europeo. “Le dico con grande franchezza e rispetto… Lei nel suo intervento ci ha spiegato giustamente cos’è una maggioranza. Io mi permetto di spiegarle cos’è la leadership: non è la fortunata coincidenza di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, ma la grande capacità di saper mettere insieme le cose, le persone, le idee”. Ha aggiunto Rosato: “Sono circa otto finanziarie quei 200 miliardi che arriveranno. Non è che ci si può chiudere in uno stanzino e decidere in 3-4 come si utilizzano… Non esiste questa cosa. Come non esiste il fatto che si commissariano i ministri, la pubblica amministrazione… Ci sono le regole. E’ la fatica della democrazia, che noi tutti ogni giorno dobbiamo fare”. La riforma del Mes non rafforza l’Europa e per questo Fi vota no ha detto invece la presidente dei deputati Fi Mariastella Gelmini, parlando alla Camera dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio. “La ratifica della riforma del Mes non corrisponde totalmente agli interessi nazionali e non rafforza la costruzione europea”.
Cosa ben diversa, per gli azzurri, è il fondo sanitario del Mes. “Una linea di credito straordinariamente conveniente per il nostro Paese, e che non ha nulla a che vedere con il Mes `generale` – ha proseguito la Gelmini -. L`Italia invece rifiuta, per ragioni ideologiche grilline, di utilizzare 37 miliardi con i quali si potrebbe investire in nuovi ospedali, in nuove attrezzature, nei vaccini, nella formazione di medici. Grazie al Mes sanitario noi potremmo generare un circolo virtuoso di liquidità in un momento drammatico. E invece le contraddizioni interne alla maggioranza rendono impossibile l`utilizzo della linea pandemica”. E’ andata in scena anche una protesta di Fratelli d’Italia in aula alla Camera: i deputati del partito di Giorgia Meloni hanno indossato una maglietta con la scritta “M5s=Mes”. Dopo aver protestato in aula, i deputati di Fratelli d’Italia, guidati dalla Meloni, hanno inscenato un flash mob davanti a Montecitorio. Qui è stata allestita una sorta di asta con tanto di banditore (un dirigente dell’esecutivo di Gioventù nazionale) a ricordare come, a parere di Fdi, la maggioranza votando la riforma del Mes mette all’asta l’Italia in cambio delle loro poltrone.