Giornata su un doppio fronte per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sul tavolo del premier la richiesta del Cts di operare una nuova ‘stretta’ a Natale per contenere l’epidemia di coronavirus. Ma oggi per Conte è stata soprattutto la giornata dell’apertura della ‘verifica’. A Palazzo Chigi è arrivata prima la delegazione del M5s, guidata da Vito Crimi e da Luigi Di Maio, e poi quella del Pd con il segretario Nicola Zingaretti, il vice Andrea Orlando, il capo delegazione Dario Franceschini. Tanto i primi quanto i secondi, di fronte ai giornalisti, hanno voluto togliere dal tavolo il tema del rimpasto. Un argomento “surreale”, secondo Crimi e Di Maio, che vede il Movimento “totalmente indisponibile”.
Per i pentastellati le priorità sono il Recovery Fund, con la richiesta “che tutti i Ministeri e i ministri siano messi nelle condizioni di poter approfondire i progetti presentati”, la proroga del superbonus e lo sblocco del dossier fermi, a partire dalla legge sul conflitto di interessi. Anche il segretario Dem ha assicurato che non si è parlato di rimpasto. “Crediamo che l’azione di governo debba andare avanti con una grande sintonia con i problemi italiani. Credo che sia stato un incontro utile, che ha ripreso lo spirito iniziato a Palazzo Chigi il 5 novembre, cioè di mettere sul tappeto i temi e i nodi per un rilancio dell’azione di governo: dai temi dell’agenda sociale, del lavoro, del rilancio delle imprese, anche la grande questione della sanità, in uno spirito per quanto ci riguarda molto costruttivo”. L’incontro più atteso è però quello in programma domani alle 13, quando a Palazzo Chigi arriverà Matteo Renzi con la delegazione di Italia viva.
Sarà da vedere se nel faccia a faccia con Conte il senatore fiorentino continuerà con la linea dura sul no alla governance del Recovery Fund. Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera, oggi ha anticipato che al premier Iv andrà a dire che “non può essere un uomo solo, non può essere solo il presidente del Consiglio a decidere”. “Né Renzi né Conte faranno marcia indietro”, si dice sicuro un esponente della maggioranza. E allora come ne uscirà il governo? Probabile, riflette una fonte governativa, che dopo gli incontri di domani (alle 19 è fissato quello con Leu) “ci sarà una pausa nella verifica, una sorta di decantazione. Poi si vedrà”. E se a parole i protagonisti della giornata di oggi lo hanno smentito, il tema del rimpasto è senza dubbio sul tavolo. Anzi c’è già, in ambienti di maggioranza, chi ipotizza il nuovo assetto: Di Maio e un alto esponente Pd (il più gettonato è Orlando) come vicepremier, con Renzi destinato alla Farnesina e Di Maio al Viminale. Se è solo fantapolitica si vedrà nei prossimi giorni. askanews