Pelosi: Pence invochi XXV o Congresso avvia impeachment. Trump riconosce vittoria Biden e condanna violenze

Pelosi: Pence invochi XXV o Congresso avvia impeachment. Trump riconosce vittoria Biden e condanna violenze
Nancy Pelosi
8 gennaio 2021

La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi ha invocato il XXV emendamento contro il presidente Donald Trump dopo le violenze a Washington. “Se il vicepresidente e il governo non agiscono, il Congresso è pronto a procedere con l’impeachment” ha detto Pelosi. Per la speaker della Camera, Trump “è una persona molto pericolosa che non dovrebbe proseguire il suo incarico” anche se il mandato scade nelle prossime due settimana.

“È urgente. Si tratta di un’emergenza del massimo livello”, ha aggiunto sottolineato che Trump “deve essere ritenuto responsabile”. Una risposta indiretta  alla Pelosi, arriva dal New York Times, che citando una fonte vicina al vice di Donald Trump. “Il vicepresidente Mike Pence è contrario all’appello lanciato dai democratici al Congresso, e da alcuni repubblicani, di invocare il 25esimo emendamento per privare il presidente Donald Trump dei suoi poteri prima della fine del suo mandato”, scrive il giormale statunitense.

Ma il capo della Casa Bianca, sotterra l’ascia da guerra, almeno per il momento. E così Trump, ha finalmente riconosciuto la vittoria di Joe Biden e ha condannato i suoi sostenitori violenti che hanno preso d’assalto a Washington il Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti, dove era in corso la certificazione del risultato elettorale del 3 novembre. Trump, in un videomessaggio pubblicato su Twitter e rilanciato da tutte le reti tv americane, ha affermato che dopo la certificazione dei risultati elettorali da parte del Congresso, la “nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio” e il suo “obiettivo adesso si rivolge a garantire una transizione ordinata e senza soluzione di continuità del potere”. Trump, parlando dell’assalto a Capitol Hill, lo ha definito un “attacco atroce” che lo ha lasciato “indignato dalla violenza, dall’illegalità e dal caos”. Un accenno ai suoi sostenitori poi. So che sono “delusi”, ha detto, ma sappiano che “il nostro incredibile viaggio è solo all’inizio”.

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Il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, intanto, ha denunciato i rivoltosi pro-Trump sottolineando che “non si è trattato di dissenso”, “non si è trattato di disordini. Non è stata una protesta”, quindi “non chiamateli manifestanti, erano facinorosi, insurrezionisti, terroristi interni”. Biden ha poi raccontato che una delle sue nipoti, Finnegan, gli ha mandato un messaggio sottolineando le centinaia di agenti a difesa del Lincoln Memorial la scorsa estate per le proteste per la morte di George Floyd.

“Nessuno può venirmi a dire che se fosse stata una protesta del Black Lives Matter, non sarebbero stati trattati molto diversamente dal gruppo di criminali che ha assaltato il Campidoglio. Sappiamo tutti che è vero. E’ inaccettabile, totalmente inaccettabile”. Steven Sund, capo della polizia di Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti, frattanto, ha rassegnato le dimissioni dopo le violente manifestazioni pro-Trump ieri a Washington.

COSA PREVEDE IL XXV^ EMENDAMENTO DELLA COSTITUZIONE

Il XXV Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti regola la vacanza della presidenza e della vicepresidenza, ed è stato approvato nel 1967, sulla scia dell’omicidio di John F. Kennedy. Consta di quattro sezioni, di cui l’ultima – quella che i Democratici intenderebbero utilizzare nei confronti di Donald Trump – non è mai stata messa in pratica. La prima sezione non fa che regolarizzare il precedente della successione del vicepresidente con pieni poteri e non come “presidente facente funzioni” in caso di morte, inabilità permanente o dimissioni. E’ stata applicata in occasione delle dimissioni di Richard Nixon, travolto dallo scandalo del Watergate.

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La seconda prevede che in caso di vacanza della vicepresidenza, il Presidente proponga un candidato che deve poi essere approvato dalla maggiorna delle due Camere del Congresso. La terza permette al Presidente di dichiararsi “inabile all’esercizio dei poteri e dei doveri della carica”, comunicandolo per iscritto ai presidenti di Camera e Senato (nel qual caso il vicepresidente ne assume i poteri); con lo stesso procedimento può riacquisire la carica. Sostanzialmente, regola una vacanza protempore e il vicepresidente è in questo caso “Acting President”; è stato applicato tre volte, una da Ronald Reagan e due da George W. Bush, sempre in ocassione di interventi medici che prevedevano l’anestesia. La quarta permette invece ad altri funzionari dell’esecutivo di dichiarare inabile il Presidente, previo l’assenso del Vicepresidente e 1) i “principali funzionari dei Dipartimenti esecutivi” (ovvero i membri del governo dell’Amministrazione) oppure 2) “Un altro organismo previsto per legge dal Congresso”.

Anche in questo caso serve una comunicazione per iscritto ai presidenti di Camera e Senato; e anche in questo caso, il Presidente può riassumere i poteri come nella sezione precedente, ma la sua comunicazione scritta può essere impugnata. In caso di impugnazione, Vicepresidente e governo hanno quattro giorni di tempo per inviare una nuova dichiarazione di inabilità; il Congresso deve quindi riunirsi entro le 48 ore successive (se non è già in seduta) ed ha tre settimane per decidere sulla questione (in tutto questo intervallo di tempo i poteri rimangono al vicepresidente in quanto Acting President). Se i due terzi dei membri di entrambe le Camere ritengono che il Presidente non sia effettivamente in grado di svolgere le proprie funzioni, il vicepresidente rimane Acting President; in caso contrario (o in caso che non si tenga alcun voto) il Presidente riassume i poteri.

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