Avrebbe i requisiti – a suo dire – per accaparrarsi la poltrona da ministro dell’Agricoltura. Ma di certo, Saverio De Bonis (ex Maie), non ha avuto i requisiti per partecipare a un bando per “giovani imprenditori” agricoli e per questo è stato condannato dalla Corte dei conti. C’è anche questo nella galassia dei “costruttori” che dovrebbe sostenere il governo Conte per la rinascita dell’Italia. Infatti, il materano senatore ex 5stelle è alla testa proprio dei “costruttori” che sostengono apertamente il premier. Tanto che al Senato il gruppo di De Bonis ha già cambiato nome in “Maie-Italia 2023”, puntando dritto all’ambita poltrona lasciata dalla renziana Teresa Bellanova. D’altronde, l’agricoltura, è materia che ben mastica De Bonis.
E non solo perché è componente della Commissione parlamentare Agricoltura, o perché è presidente della Associazione GranoSalus. Ma soprattutto perché, è titolare dell’Azienda Agricola De Bonis. Ed è proprio in qualità di rappresentante legale della stessa società agricola che De Bonis è stato condannato dalla magistratura contabile al pagamento di 2.775 euro, in favore della Regione Basilicata. In pratica, nella domanda di presentazione del progetto aveva dichiarato, De Bonis, di essere un “giovane imprenditore”, cioè di essersi insediato da meno di cinque anni, in modo da poter ottenere punteggi e contributi superiori. Il suo progetto è stato ammesso per la spesa complessiva di 581.636,11 euro e per un contributo pubblico di 319.899,86 euro. “…agli atti di causa risulta che il De Bonis ha dichiarato nella domanda di essere imprenditore agricolo dal 7/11/2000 ed “insediato da non oltre 5 anni”, mentre dalla “visura storica dell’impresa” depositata in atti dal P.M., risulta iscritto presso la Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Matera quale “Impresa Agricola (sezione speciale)” sin dall’8.1.1997, e risulta altresì “data d’inizio dell’attività d’impresa 03/04/1996” relativamente all’attività di coltivazione di cereali” si legge sulla sentenza (207/2018) della Corte dei conti.
Di conseguenza, “il suddetto (De Bonis, ndr) non era in possesso dei requisiti per godere delle agevolazioni previste nei confronti dei c.d. “giovani imprenditori agricoli””. I magistrati, in sostanza, parlano di una chiara ipotesi di “doloso occultamento”. Il capo “costruttori”, tra l’altro, è anche nel mirino dell’Ordine degli agronomi di Matera, secondo cui lo avrebbero etichettato agronomo non avendone i titoli. In una lettera, lo stesso Ordine sottolinea di aver ricevuto “numerose richieste di chiarimento circa il titolo di agronomo utilizzato per presentare il Sig. De Bonis…”, precisando “che dall’albo unico nazionale non vi è presenza di Dottori Agronomi Forestali avente il nome De Bonis Saverio…”.