Impeachment Trump al Senato: “Minaccia per democrazia”

Impeachment Trump al Senato: “Minaccia per democrazia”
Donald Trump
26 gennaio 2021

Per la seconda volta in poco più di un anno, ieri la speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha inviato al Senato l’articolo per l’impeachment di Donald Trump, affidando il destino dell’ex presidente Usa nelle mani dei 50 senatori repubblicani, che al momento sembrano riluttanti a una sua condanna. Trump è accusato di “istigazione all’insurrezione”, dopo il drammatico assalto al Congresso del 6 gennaio scorso da parte di suoi sostenitori ed è definito “una minaccia per la democrazia”, secondo il testo letto in aula dal deputato del Maryland Jamie Raskin, che guida l’accusa.

I senatori hanno deciso di rimandare l’inizio del processo al 9 febbraio, una circostanza che consentirà al presidente Joe Biden di ottenere la conferma dei principali funzionari di governo e di fornire più tempo ai repubblicani per valutare le loro posizioni in quello che equivale a un vero e proprio referendum sul proprio futuro e su quello del partito, nonché sulla sorte di Trump. A differenza dell’ultimo procedimento d’impeachment per Trump, quando il suo partito si è rapidamente mobilitato per serrare i ranghi attorno all’ex presidente, diversi repubblicani, tra cui il senatore Mitch McConnell del Kentucky, leader della minoranza, hanno segnalato di essere disponibili a condannare Trump dopo che la sua mendace campagna per ribaltare la sconfitta elettorale è sfociata in mortali violenze. Ciò, riferisce oggi il new York Times, consentirebbe al Senato di una seconda votazione per impedire a Trump di ricoprire nuovamente la carica di presidente in un prossimo futuro. Ma almeno all’inizio del processo, secondo quanto emerso finora, i repubblicani favorevoli alla condanna non arriverebbero a 17, il numero necessario a ottenere, assieme ai colleghi democratici, la maggioranza necessaria.

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Un sondaggio del New York Times alla vigilia del procedimento ha rilevato che 27 senatori repubblicani si erano opposti all’accusa di Trump o al suo impeachment. Sedici repubblicani hanno dichiarato di essere indecisi e sette non hanno dato una risposta. Ma la maggior parte di coloro che si sono opposti si è sempre arroccato su obiezioni fondate sul processo, piuttosto che difendere Trump. “Perché stiamo facendo questo?” ha detto il senatore Ron Johnson, repubblicano del Wisconsin. “Non riesco a pensare a qualcosa di più controverso e non curativo che fare un processo d’impeachment quando il presidente è già andato via. È solo vendicativo. È ridicolo”, ha commentato. I legislatori di entrambe le parti hanno avvertito che l’umore dei repubblicani potrebbe cambiare rapidamente nelle prossime settimane, qualora fossero fornite pubblicamente ulteriori rove su azioni condannabili di Trump o in caso di sue nuove azioni provocatorie.

E in effetti, già in questi giorni starebbero emergendo nuovi dettagli poco lusinghieri riguardo al Tentativo di Trump di rimanere in carica alla Casa Bianca. L’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia ha aperto ieri un’indagine per stabilire se i funzionari attuali o precedenti abbiano cercato di utilizzare le loro posizioni in modo inappropriato per aiutare Trump a ribaltare l’esito delle elezioni. L’inchiesta sembra essere una risposta a un rapporto del Times sugli sforzi di un alto funzionario dello stesso Dipartimento che lavorava con Trump per spingere i massimi funzionari delle forze dell’ordine a utilizzare falsamente e pubblicamente le indagini sulle frodi per mettere in dubbio l’esito delle elezioni presidenziali. Da parte sua il presidente Biden, che in passato è sempre stato riluttante a esprimere commenti sul procedimento d’impeachment, ha detto ieri alla Cnn che il processo “deve svolgersi”, anche se complicherà la sua agenda legislativa. Ma l’attuale inquilino della Casa Bianca ha espresso dubbi sull’adesione al processo di un numero sufficiente di repubblicani. askanews

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